Bruxelles – Evitare che le riforme dell’Unione europea si fermino in mezzo al guado, con il rischio di fare dei passi indietro. I vertici dell’industria finanziaria italiana sono tornati tutti insieme a Bruxelles dopo un paio d’anni dalla loro ultima visita per incontrare gli attori italiani sul palcoscenico europeo portando questo messaggio.
Raccontando questa mattina ai giornalisti degli incontri avuti Luigi Abete, presidente della Febaf, la Federazione banche assicurazioni e finanza ripete che “l’Unione è evidentemente in grande difficoltà, è inutile negarlo. La velocità alla quale si procede è in generale molto bassa ed il rischio è che ci si fermi, e quando ci si ferma non si sta lì, ma di fatto si torna indietro”. Abete ricorda che anche questioni come le migrazioni, la sicurezza, il terrorismo “hanno aspetti economici e finanziari importanti, che vengo appena dopo quelli delle sofferenze delle persone”.
L’impresa finanziaria italiana “è euroimpegnata – rivendica l’imprenditore -, lavoriamo perché la velocità acceleri e facciamo la nostra parte con le istituzioni italiane. Vogliamo essere proattivi e spingere gli altri a muoversi”. I due temi che preoccupano la finanza sono Il Mercato unico dei capitali e il livello degli investimenti. Sul primo chiedono “un’accelerazione, anche perché senza di esso le imprese possono innovare di meno, ed accumulano ritardi”, che si ripercuotono su tutti i settori. Sugli investimenti c’è il Piano Juncker, ricorda Abete, “che ha raggiunto un terzo dei suoi obiettivi. Dunque – si domanda – il bicchiere è mezzo pieno? Se vediamo il tema più in generale – si risponde – sia in Ue sia in Italia è chiara l’esigenza che va fatto di più”.
Antonio Patuelli, presidente dell’Associazione bancaria italiana (Abi) punta il dito sull’Unione bancaria. “Dopo un biennio di sperimentazione di un progetto nato in un momento di crisi occorre ora una verifica, una svolta”, dice, perché “la situazione attuale delle regole porta a una conflittualità finanziaria tra gli Stati, mentre invece occorre far crescere l’Ue senza accentuare la differenza tra Nord e Sud”.
Anche lui, come Abete, teme dei passi indietro: “Serve forte determinazione per il completamento dell’Unione bancaria – ammonisce- altrimenti arretra, come sta già iniziando a fare”. Patuelli lamenta che ora l’Ub “è quasi solo vigilanza unica, che non basta e che non può funzionare davvero con normative tutte diverse, per questo dico che servono al più presto cinque Testi unici: Bancario, della Finanza, del Diritto fallimentare, del Diritto penale economico e anche un’armonizzazione fiscale. Se non si faranno queste cose si perderà anche la speranza”:
All’incontro era presente anche l’Associazione delle imprese assicuratrici (Ania) con la sua presidente Bianca Maria Farina che ha ricordato come “le grandi riforme normative e regolamentari hanno rafforzate lo aziende e la trasparenza per i consumatori, ma è statao un processo complesso e costoso. Ora – dice – è l’ora di consolidare e semplificare le norme, invece notiamo stesso una maggior complicazione che potrebbe portare all’effetto opposto”.
Nel corso dell’incontro con la stampa questa mattina sono state presentate alcune schede tecniche sui temi di maggiore rilevanza per il settore finanziario italiano in Europa necessari – secondo la FeBAF e le sue associate – per rilanciare il finanziamento della crescita e dello sviluppo. Non si tratta tuttavia di ambiti di interesse solo per l’industria finanziaria, si legge nel documento. “L’impatto di eventuali revisioni da parte del Comitato di Basilea sui metodi di calcolo del rischio di credito e del rischio operativo, per come sono attualmente formulate, peserebbe sulla capacità di finanziamento di specifiche attività economiche rilevanti per la ripresa del ciclo economico. Con ricadute pesanti sulla competitività dell’economia reale europea rispetto all’andamento di quella mondiale. Discorso analogo … per … la distribuzione di prodotti assicurativi, dove è attesa la definizione dei contenuti di secondo livello. L’obiettivo del mercato assicurativo è di avere prodotti semplici e chiari per il consumatore, attraverso il giusto equilibrio fra corretta tutela del consumatore e senza creare eccessivi oneri per le imprese, preservando, al contempo, il quadro pluralistico di modelli distributivi che caratterizza il mercato assicurativo italiano”. Il documento contiene anche l’invito a Commissione e Parlamento Europeo a proseguire con determinazione sulla strada di una regolamentazione che sappia trovare un equilibrio tra le esigenze di protezione del consumatore, la stabilità dell’industria, la competitività del sistema economico dentro e fuori l’Europa.
Di tutti questi temi si tratterà al Rome Investment Forum – Financing Long-Term Europe che FeBAF organizza il 16 e 17 dicembre a Roma.