Bruxelles – Niente sussidi di disoccupazione per i cittadini europei che si trasferiscono in Germania, almeno per i primi cinque anni. Berlino si prepara a stringere le maglie contro il cosiddetto “turismo sociale” quello di chi va a vivere nel Paese, solo per usufruire dei ricchi benefit sociali concessi dallo Stato tedesco. Il gabinetto della cancelliera ha dato il via libera al provvedimento che ora deve solo essere approvato dal parlamento. Se il testo otterrà il via libera, i migranti Ue che non hanno mai lavorato in Germania non potranno godere della maggior parte dei benefit sociali e del sussidio di disoccupazione per i primi cinque anni.
La bozza di provvedimento cerca di chiarire la confusione nata recentemente dopo che una corte federale tedesca ha stabilito che gli immigrati Ue hanno diritto ai benefici sociali dopo sei mesi in Germania. Sentenza che contrasta con quella emessa della Corte di giustizia Ue proprio in relazione alla Germania, secondo cui uno Stato può negare prestazioni sociali a cittadini di altri Paesi membri.
Per la Germania la partita non è da poco: secondo i dati dell’Agenzia federale per il lavoro, gli aiuti sociali vengono concessi da Berlino a quasi 440mila persone di altri Paesi Ue. I più numerosi a goderne sono i polacchi (circa 92mila), seguiti da italiani (71mila), bulgari (70mila), romeni (57mila) e grecia (46mila). Oltre ai sussidi di disoccupazione, molte sono le persone a basso reddito che integrano lo stipendio con prestazioni sociali (in questo caso i più numerosi sono i bulgari).
“Con questo chiarimento stiamo rafforzando la fiducia nell’idea europea e in una delle sue più grandi conquiste: il libero movimento dei lavoratori”, ha sottolineato il ministro tedesco per gli Affari sociali, Andrea Nahles. Non solo: “Stiamo proteggendo i nostri comuni che devono portare il peso dei benefit sociali, da un sovraccarico finanziario”.