Bruxelles – Il Ceta, l’accordo di libero scambio tra Unione europea e Canada, non è antidemocratico. Lo afferma la Corte costituzionale tedesca che ha respinto un ricorso proposto da tre associazioni contrarie al trattato, Compact, Foodwatch e More Democracy, che avevano lanciato una petizione che ha ottenuto il supporto di 125mila firme. La bocciatura è stata ben accolta dal governo di Berlino, che è favorevole all’accordo.
Il libero scambio con il Canada potrebbe ricevere però un duro colpo dal Belgio visto che il Parlamento della Vallonia sembra avere intenzione di respingere l’accordo mettendolo così in serio pericolo. I ministri del Commercio dell’Ue, dopo aver ottenuto una dichiarazione scritta congiunta da Bruxelles e Ottawa che chiariva i punti più controversi, si sono impegnati a dare il loro via libera la prossima settimana. L’accordo verrà poi sottoscritto ufficialmente dalle due parti il 27 ottobre in occasione del summit Ue-Canada e poi passerà al vaglio del Parlamento europeo. Se riceverà anche a Strasburgo il via libera entrerà in vigore in maniera provvisoria in attesa della ratifica definitiva dei Parlamenti di tutti gli Stati membri. Ma se uno di questi dovesse opporsi, come ad esempio quello belga della Vallonia, l’accordo rischia di saltare in toto, anche se dal punto di vista legale a Bruxelles affermano che la cosa non è chiara e che non è detto che un solo Parlamento possa bastare a fermare ogni parte di un accordo se fosse approvato dagli altri 27 Stati membri.
“Speravamo che i negoziatori avrebbero almeno cercato di trovare dei miglioramenti, alcune correzioni per il Belgio, ma questo non è successo”, ha dichiarato Andre Antoine, presidente del Parlamento della Vallonia, alla Reuters. Per questo “ci sarà probabilmente”, ha affermato Antoine, “un rifiuto da parte di Bruxelles, in Vallonia e probabilmente anche del Parlamento della comunità di lingua tedesca”. “In poche parole – ha concluso – il sud del Belgio non è a favore” dell’accordo di libero scambio con il Canada.
Sulla questione interviene anche Paul Magnette, presidente della Regione Vallonia, che in un tweet afferma: “Non voglio dare pieni poteri al governo federale. Le garanzie non sono sufficienti”.
#ceta : Je ne donnerai pas les pleins pouvoirs au gouvernement fédéral. Les garanties ne sont pas suffisantes. #walgov #parlwal
— Paul Magnette (@PaulMagnette) October 14, 2016