Bruxelles – L’Italia sarà la priorità della nuova guardia costiera e frontiera dell’Ue che proverà a sostenere il nostro Paese soprattutto aumentando il suo ruolo nei rimpatri dei migranti irregolari. Lo ha spiegato il direttore esecutivo dell’agenzia nata da un’evoluzione di Frontex, Fabrice Leggeri, parlando con i giornalisti di Bruxelles delle attività della nuova agenzia.
“Per immigrazione irregolare l’Italia è il primo Paese di arrivo” e questo lo dimostra il fatto che “mentre in Europa c’è stata una diminuzione di quasi la metà degli ingressi rispetto all’anno scorso, le cifre in Italia restano stabili”, ha dichiarato Leggeri. In Italia e nel Mediterraneo centrale “avremo probabilmente la nostra priorità nei prossimi mesi, perché per ragioni geografiche i flussi provengono principalmente da sud”, anche perché “il piano d’azione con la Turchia sta funzionando e ha diminuito considerevolmente gli sbarchi nelle isole Greche”, ha spiegato.
Per aiutare il nostro Paese “abbiamo in mente di lavorare sui rimpatri” in quanto “rispetto alle cifre dei rimbarchi è molto alto il numero dei migranti economici, e molti di loro non sono ritenuti idonei ad ottenere l’asilo politico”, quindi “in tanti devono essere rimpatriati ed è quello che l’Italia ci ha chiesto, di aiutarli in queste operazioni”, ha affermato il direttore esecutivo.
Frontex sta aumentando il suo ruolo nei rimpatri e “ne ha effettuati quest’anno 7.200, il doppio rispetto al 2014, e siamo solo ad ottobre e altre operazioni sono già state pianificate”, ha continuato Leggeri secondo cui anche se “ le cifre possono sembrare modeste”, bisogna considerare innanzitutto “che i numeri sono in crescita”, e poi il fatto che i rimpatri “restano competenza soprattutto nazionale”, nonché il fatto che del totale delle persone che dovrebbero essere rimpatriate “nei fatti ne partono solo un 40%, ma questo è normale in quanto c’è una dimensione umana, personale, e per portare a termine questo compito ci vuole molta professionalità e la necessità di una dimensione politica e diplomatica”.
Con l’Italia c’è anche una discussione in corso su come migliorare il funzionamento degli hotspot e su dove creare dei nuovi centri per le identificazioni. “Dobbiamo essere più efficaci, come in Grecia”, ha affermato, “e capire dove creare nuovi hotspot visto che finora per ragioni operative un gran numero di migranti vengono fatti sbarcare in regioni dove non ci sono dei centri”.