Bruxelles – Oltre 15 miliardi di dollari per i prossimi 4 anni saranno destinati ai bambini dell’Afghanistan. È questo l’impegno assunto nei confronti dell’Unicef, l’organizzazione internazionale per la difesa dell’infanzia, dai donatori durante la Conferenza sull’Afghanistan svoltasi questa settimana a Bruxelles.
“Investire nell’istruzione dei bambini e in altre misure a loro destinate aiuterà a sconfiggere la povertà e altri mali che costringono molto famiglie dell’area, inclusi i minori, a lasciare le loro case”, ha affermato Jean Gough, direttore regionale per l’Asia del Sud dell’Unicef.
Oltre 10 anni di conflitto hanno spinto 2.7 milioni di afghani a lasciare il Paese, metà dei quali bambini. Solo nell’ultimo anno 45 mila minori non accompagnati hanno chiesto asilo nell’Unione europea, mentre nel Paese sono morti 1601 civili, di cui 1300 erano bambini, e sono state ferite 3565 persone, come emerge dall’ultimo rapporto della Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (Unama) del luglio scorso.
“Accogliamo con favore l’impegno del governo afghano e dell’Unione europea al rispetto del diritto internazionale sui minori migranti e rifugiati”, ha sottolineato Gough, “inclusa la Convenzione sui diritti dell’infanzia”.
L’accoglienza di un bambino migrante e rifugiato deve rispettare alcuni requisiti che la rendano più umana possibile. Secondo l’Unicef, “qualsiasi decisione che riguarda il destino di un bambino deve essere presa nel suo interesse e da personale qualificato, tenendo in considerazione eventuali rischi per la loro sicurezza e i pericoli che potrebbero correre quando vengono rimandati nei loro paesi d’origine”. L’Unicef aggiunge che “durante la procedura di rimpatrio, i bambini non devono essere tenuti in prigione e devono essere adottate adeguate misure di accoglienza”.
L’Unicef collabora da anni con il governo afghano per rispondere ai bisogni fondamentali dei più piccoli. È attesa l’approvazione di una legge sui minori che prevede il rafforzamento di misure destinate ai bambini e alle loro famiglie e che garantiscano l’assistenza di base in tema di salute, nutrizione e approvvigionamento di acqua”.
Tra le strategie messe in campo rientrano anche alcune misure che affrontano il problema delle bambine che non hanno accesso all’istruzione, ma anche un sistema più efficiente di registrazione delle nascite e altre misure per la protezione dei minori.