Bruxelles – Vince la protesta delle donne polacche contro la legge anti-aborto, che prevedeva l’incriminazione di chi si sarebbe sottoposta all’intervento (o, in alcuni casi anche di chi avesse subito un’interruzione di gravidanza naturale) e del personale medico coinvolto. Di fronte alla forza della manifestazione, il Parlamento polacco ha dovuto ritornare sui suoi passi: il partito dei conservatori Pis, uno dei principali promotori della legge e partito che detiene la maggioranza assoluta, ha espresso il suo voto contrario durante il processo decisionale della proposta. Un’importante vittoria, questa, per le decine di migliaia di donne polacche che sono scese in piazza vestite di nero gli scorsi giorni per aderire alla protesta (30.000 solo a Varsavia).
Il leader del partito Jaroslaw Kaczynski ha commentato così la decisione del proprio gruppo politico: “Il Pis è e sarà sempre dalla parte della vita, ma l’impatto del divieto di aborto può essere contrario ai risultati desiderati”, mentre il ministro di Scienza e Pubblica amministrazione Jaroslaw Gowin ha dichiarato: “Le manifestanti ci hanno fatto riflettere e ci hanno dato una lezione di umiltà”. Resterà quindi in vigore la legge già esistente che, permettendo l’aborto solo in caso di gravi pericoli per la salute della madre, malformazioni del feto o in casi di stupro o incesto e non oltre la venticinquesima settimana di gravidanza, in materia rimane una delle normative più restrittive d’Europa.
I sondaggi mostrano come il tentativo di abolire, di fatto, l’aborto, abbia fatto aumentare la percentuale delle posizioni a favore di una liberalizzazione delle regole vigenti e abbia fatto crollare il favore della popolazione nei confronti del governo ai livelli più bassi dalla vittoria alle elezioni dello scorso anno.