Bruxelles – L’Unione europea certamente non è perfetta, ma pensare di indebolirla o distruggerla è “pericoloso e miope”. Ad esserne convinto è il segretario di Stato americano, John Kerry che, intervenendo a Bruxelles ad un evento organizzato dal think tank americano German Marshall Fund non può evitare di entrare in tema Brexit. “Ovviamente delle riforme nell’Ue sono necessarie ma arrivare fino a pensare di danneggiare o addirittura dissolvere le istituzioni per cui si è così duramente lavorato è pericoloso e miope”, ha commentato Kerry, secondo cui l’obiettivo dei negoziati che entro fine marzo inizieranno tra Londra e Bruxelles deve essere proprio quello di contraddire “i cinici e i distruttori”, coloro che “hanno dichiarato morta la visione dell’Europa” e che sostengono sia arrivato il momento di “innalzare ponti levatoi per separare i Paesi invece di ponti per collegarli”. Proprio in questo momento “dobbiamo dimostrare che vogliamo e possiamo mantenere la nostra unità”, ha insistito Kerry, secondo cui negli Stati membri ci sono “milioni di persone che non abbandoneranno gli ideali che ci hanno unito nel passato e che sono desiderose di lavorare per partnership e istituzioni ancora più forti”.
Proprio questo serve all’Europa ma anche agli Stati Uniti, è convinto il segretario di Stato americano. Anche dopo il divorzio tra Bruxelles e Londra “gli Usa supporteranno i loro amici e alleati su entrami i lati della Manica”, ha assicurato Kerry, “ma non saremo timidi – ha aggiunto – nel sottolineare quali sono i nostri interessi: abbiamo bisogno dell’Ue più forte possibile, del Regno Unito più forte possibile e delle relazioni più collaborative tra loro”, ha continuato. “C’è una lezione che dobbiamo trarre dalla scelta democratica” compiuta dal Regno Unito con il referendum sulla Brexit, “e non è che ci serve meno Europa o meno Regno Unito ma che ci serve più di tutti e due”, ha insistito Kerry. Non solo: bisogna anche tenere viva e forte la relazione tra le due sponde dell’Atlantico: “Non dovremmo voltare le spalle alla partnership tra l’Ue e gli Usa”, ha chiesto il segretario di Stato, ricordando che “la partnership transatlantica non è un trofeo da mettere sulla mensola, ma qualcosa che vive, respira, che deve essere rinnovato ad ogni generazione e rafforzato con le nostre idee, le nostre risorse, con la nostra determinazione e volontà collettiva”.
Un esempio, secondo Kerry, di quello che sta accadendo con i negoziati sul Ttip, l’accordo di libero scambio tra Unione europea e Stati Uniti, che, per il segretario di Stato americano, va difeso nonostante le critiche. “L’Unione europea ha standard elevati e niente in questo accordo li abbasserà”, ha tentato di rassicurare Kerry, secondo cui “il Ttip ridurrà costi di export per milioni di piccole e medie imprese e getterà le basi per la crescita futura nel commercio euroatlantico”. Nel dibattito sul Ttip, ha sottolineato Kerry, “il problema non è il commercio”, che serve a chiunque, ma “la sfida vera è fare in modo che più persone condividano i benefici di questo commercio”. Un problema che “si risolve con scelte domestiche e politiche in ogni Paese, non fermando i commerci”.