Bruxelles – L’Europa va avanti nella direzione segnata dall’accordo di Parigi sull’abbattimento delle emissioni di Co2 contro il cambiamento climatico. Lo ha stabilito il Consiglio dei ministri dell’Ambiente che ha raggiunto una posizione comune dando il via libera alla ratifica con cui si impegna ad accelerare il processo di ratificazione dell’accordo di Parigi sul Clima da parte dell’Ue, che rappresenta il 12% delle emissioni di gas serra. Il Parlamento dovrebbe votarlo nella sessione della prossima settimana.
Anche l’Italia ha fatto la sua parte ed “è stata determinante nel trovare l’accordo che non era per niente facile da raggiungere”, ha detto il ministro dell’Ambiente italiano Gian Luca Galletti, il quale ha ricordato che “l’Italia ha fatto i compiti a casa e ha contribuito alla riduzione della Co2 in Europa. Nella legge di Stabilità abbiamo inserito un ammortamento del 250 % per gli investimenti in ambiente e per il 2017 riproporremo l’ecobonus”.
Ogni Stato membro, poi, si è impegnato a completare le procedure nazionali di ratifica dell’accordo globale sui cambiamenti climatici il prima possibile. “Porteremo la ratifica insieme al ministro degli Esteri Paolo Gentiloni in consiglio dei Ministri la prossima settimana”, ha assicurato Galletti, “Credo che il Parlamento poi procederà alla ratifica in tempi ragionevoli, perché sono convinto che su questo tema ci sarà una grande condivisione”.
I ministri dell’Ambiente dei 28 Stati membri, dopo aver raggiunto la quadra sulla ratifica, hanno chiesto al Parlamento europeo di votare a favore dell’accordo la settimana prossima. In una nota il Parlamento si è detto “pronto a ratificare l’accordo” e ha annunciato che “la votazione sarà probabilmente aggiunta come primo punto nelle votazioni di martedì a mezzogiorno”.
Dopo che l’assemblea avrà dato il via libera, la decisione sarà formalmente adottata dal Consiglio europeo. “La decisione di oggi dimostra che l’Unione europea rispetta gli impegni presi”, ha commentato il presidente della Commissione europea Juncker, “e che gli Stati membri possono trovare un terreno comune quando si muovono insieme, come parte dell’Unione europea”.
Attualmente l’accordo di Parigi, che prevede entro il 2030 una riduzione delle proprie emissioni almeno del 40% rispetto al 1990, è stato ratificato da 61 Paesi che rappresentano il 47,79% delle emissioni, mentre il numero dei Paesi necessari per l’entrata in vigore (55) è stato dunque superato, manca ancora la ratifica di Paesi che rappresentino un ulteriore 7% delle emissioni di gas serra.
L’Europa potrà finalmente ratificare l’Accordo di Parigi, ad ottobre, a poche settimane dall’avvio della Cop22, la prossima conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si terrà a Marrakech dal 7 al 18 novembre. Sull’incontro dell’Onu, i ministri hanno anche adottato le conclusioni volte alla preparazione dell’incontro che si terrà in Marocco che si concentrerà sulle azioni future e sul rafforzamento dell’accordo, di cui i ministri si aspettano che verranno al più presto definiti i dettagli.
“La decisione presa oggi dimostra”, ha dichiarato il commissario per l’azione climatica e l’energia Miguel Arias Cañete, “che l’unità e la solidarietà tra gli Stati membri costituiscono il vero approccio europeo, proprio come era successo a Parigi”. La posizione comune raggiunta non ha, quindi, inciso solo sulle sorti ambientali dell’Europa e del mondo, ma su quelle politiche. Anche il presidente del Consiglio e ministro dell’Ambiente slovacco László Sólymos ha ricordato quanto sia stato importante essere uniti in questa decisione. “L’Europa ha dimostrato la sua leadership a Parigi e parteciperà al rafforzamento dell’accordo a Marrakesh”, ha spiegato il presidente, “le azioni per il clima restano essenziali per la vivibilità del nostro pianeta e delle generazioni future”.