Bruxelles – L’europa continua a lavorare per il pieno sviluppo dell’accordo di libero scambio con l’Ucraina, divenuto operativo dal gennaio del 2016 e parte dell’accordo di associazione, firmato nel giugno del 2014, tra l’Unione europea e il Paese dell’Est. Secondo Bruxelles l’accordo non solo rimuove i dazi ma apre anche la strada a servizi, investimenti, appalti pubblici e alla risoluzione delle questioni normative che ostacolano lo sviluppo dell’economia nazionale.
A Kiev per discutere del cosiddetto “Deep and Comprehensive Free Trade Agreement”, la commissaria al Commercio Cecilia Malmström ha incontrato oltre al premier Groysman anche i vari ministri del governo, parlamentari e imprenditori, annunciando la volontà dell’Europa di aprire i propri mercati ai prodotti agricoli e industriali ucraini. La Commissione europea propone di aumentare la quantità dell’import duty-free dall’Ucraina per prodotti agricoli come miele, cereali e prodotti che derivano dalla trasformazione del pomodoro. “Questa misura migliorerà in maniera significativa le condizioni dell’export ucraino dei fertilizzanti, calzature, alcuni metalli e apparecchiature elettroniche”, scrive la Commissione in una nota.
“Speriamo che questo posso dare una spinta all’economia ucraina”, ha dichiarato la Malmström secondo cui, “il progresso finora è chiaro, ma molto lavoro resta ancora da fare per liberare tutto il potenziale della nostra zona di libero scambio “. L’economia ucraina ha fatto dei passi in avanti, con una crescita dell’export del 5% da quando è entrato in vigore l’accordo di associazione con l’Unione europea, che secondo la Commissione è diventata il più grande partner commerciale dell’Ucraina.
“Per aprire davvero le porte dell’Ucraina al mercato europeo, bisogna che il Paese affronti alcuni problemi strutturali come la corruzione”, spiega la Commissione, “renda la legislazione più trasparente e rimuova alcuni ostacoli al libero commercio, come alcune misure sulla sicurezza alimentare o il divieto di esportazione del legno”.