Bruxelles – Il rischio già denunciato da più parti è che l’Unione europea sia costretta a lasciare la leadeship mondiale della lotta al cambiamento climatico a Cina e Stati Uniti, che storicamente non hanno mai brillato per il loro impegno nella salvaguardia dell’ambiente. I ministri dell’Ambiente che si riuniranno a Bruxelles il 30 settembre saranno quindi chiamati a prendere una decisione rapida e netta sulla ratifica dell’accordo sul clima raggiunto lo scorso anno a Parigi, grazie in particolare proprio all’impegno dell’Ue.
Ci si attende quindi che i ministri dei 28 sottoscrivano l’accordo a nome dell’Ue, permettendo così al Consiglio di ratificarlo ufficialmente (previo lo scontato consenso dell’Europarlamento che dovrebbe arrivare la prossima settimana) ad ottobre, a poche settimane dall’avvio della COP22, che si terrà a Marrakech dal 7 al 18 novembre. Se tutto andrà come previsto, l’Ue dovrebbe riuscire a depositare gli strumenti di ratifica dell’accordo il 7 ottobre presso le Nazioni Unite.
L’Accordo di Parigi è stato adottato da 195 nazioni e ha come obiettivo a lungo termine il contenimento del riscaldamento globale. Si vorrebbe portare l’aumento medio delle temperature al di sotto dei 2°C, mantenendolo intorno agli 1,5°C. Per fare ciò, i paesi coinvolti dovrebbero impegnarsi a ridurre le proprie emissioni di gas serra. Per l’Ue questo significa, entro il 2030, una riduzione delle proprie emissioni almeno del 40%, rispetto al 1990. Il raggiungimento dell’obiettivo sarà garantito da revisioni quinquennali, che serviranno a stabilire nuovi e sempre più ambiziosi obiettivi, e da rapporti forniti dalle nazioni stesse sui propri progressi. Saranno inoltre previsti dei finanziamenti per i paesi meno sviluppati.
L’accordo di Parigi entrerà in vigore 30 giorni dopo che sarà stato ratificato da almeno 55 paesi che in totale rappresentano almeno il 55% delle emissioni globali di gas a effetto serra. Finora è stato ratificato da 61 paesi responsabili del 47,79% delle emissioni. Probabilmente entro l’inizio della COP22 verrà superata la soglia del 55% e il primo incontro fra le parti che l’hanno ratificato potrà avere luogo durante la conferenza stessa. La ratifica da parte dell’Ue, però, non sostituisce quella dei singoli Paesi, che a loro volta sono chiamati a validare l’accordo. Finora l’hanno fatto solamente Francia, Ungheria, Austria e Slovacchia.