Bruxelles – Ancora due mesi di tempo a Irlanda, Bulgaria e Slovacchia per porre rimedio allo stato in cui versano la raccolta e il trattamento delle acque reflue urbane nel primo caso, e quelle inquinate dai nitrati negli altri due Paesi. Se i tre Stati membri non interverranno in tempo il caso potrà arrivare davanti alla Corte di giustizia dell’Ue.
La Commissione europea ha inviato una lettera di costituzione in mora all’Irlanda, esortandola per l’ennesima volta a rimediare a una situazione preoccupante in 38 agglomerati distribuiti su tutto il Paese. Si tratta di aree in cui dopo che le raccomandazioni dell’esecutivo comunitario sono rimaste inascoltate per anni, e oggi la situazione è tale da costituire un rischio per la salute umana a causa dell’inquinamento di laghi, fiumi, terreno e le acque costiere e sotterranee.
Gli Stati membri avevano tempo fino alla fine del 1998 per garantire un trattamento più rigoroso delle acque reflue provenienti da agglomerati che scaricano in aree sensibili, e fino alla fine del 2000 per garantire l’installazione di adeguati sistemi di raccolta e trattamento degli scarichi provenienti da impianti di trattamento di grandi agglomerati che scaricano in acque non specificate. L’ultimo termine, scaduto alla fine del 2005, richiedeva l’installazione di sistemi di raccolta e trattamento per gli scarichi di agglomerati di dimensioni piccole e medio-piccole versati in acque dolci e in estuari.
Anche Bulgaria e Slovacchia sono finite nel mirino della Commissione europea per l’inquinamento delle acque da nitrati, sostanze fertilizzanti che se utilizzate in grandi quantità sono molto inquinanti. La prima a essere messa sotto la lente di ingrandimento delle istituzioni europee è stata la Slovacchia, che nel novembre del 2012 è stata oggetto di una procedura d’infrazione dalla Commissione per una serie di carenze nell’attuazione e applicazione delle norme dell’Ue sui nitrati. Sebbene la Slovacchia abbia ora risolto la maggior parte delle questioni in seguito all’adozione della legge sui concimi, il paese deve ancora individuare un numero sufficiente di zone vulnerabili ai nitrati e assicurare che il programma d’azione per i nitrati sia conforme al diritto dell’Ue.
La Bulgaria, invece, è stata colpita dalla procedura d’infrazione della Commissione nel marzo 2013 per alcune carenze nel programma nazionale d’azione per i nitrati. Sebbene la Bulgaria sia intervenuta su alcuni aspetti del problema, come la modifica del programma d’azione per i nitrati nel giugno 2016, l’Europa ritiene che non sia stato fatto abbastanza. La Commissione spiega in una nota che “il paese continua a non rispettare disposizioni fondamentali, quali quelle relative all’applicazione di fertilizzanti al terreno e al limite di 170 kg N/ha/anno per l’utilizzo degli effluenti di allevamento”.