Bruxelles – Partire dagli esempi virtuosi e trarne una ricetta valida per tutte le città europee. Questo lo scopo di uno studio pubblicato dalle reti per la transizione energetica (Cler), Action climat (Rac) ed Energy Cities Nantes, che ha preso in esame Barcellona, Francoforte, Frederikshavn (Danimarca), Ginevra e Malmö (Svezia). Città tanto diverse tra loro quanto unite dall’impegno a raggiungere lo stesso obiettivo: utilizzare solo energie rinnovabili entro il 2050. Oggetto di interesse dell’indagine sono state anche le municipalità di Bordeaux, Nantes, Saint-Etienne e Grenoble, dove sono stati identificati diversi fattori chiave di successo.
Lo studio ha evidenziato come le aree rurali siano generalmente più avanzate sul tema della ‘transizione verde’: in Francia, per esempio, sono circa 400 le zone identificate come “territorio a energia positiva”, mentre, al contrario, le città rappresentano circa il 70% del consumo di energia e dell’emissione di gas a effetto serra.
I piani elaborati dalle città oggetto dello studio variano a seconda delle risorse disponibili, ma mirano tutti al raggiungimento di obiettivi socio-economici comuni, come la riduzione della fornitura energetica, maggiore indipendenza e la diminuzione della precarietà, la creazione di posti di lavoro, il miglioramento della qualità della vita.
Per fare in modo che la transizione si realizzi, secondo gli autori dello studio sarà fondamentale la cooperazione tra i diversi servizi della città, le startup e i grandi gruppi, le imprese dei diversi settori e gli attori pubblici e privati. E’ inoltre indispensabile coinvolgere gli abitanti per garantire che le soluzioni siano accettate e venga evitato il cosiddetto “effetto Nimby” (not in my backyard). Grazie ai nuovi mezzi di comunicazione sarà possibile informare agevolmente i cittadini, da un lato, e dall’altro dare loro la possibilità di esprimersi e porre le proprie domande in merito al progetto.
Gli autori dello studio, infine, mettono in guardia dall’adozione di soluzioni esclusivamente tecnologiche destinate al fallimento e, al contrario, sottolineano l’importanza del dialogo, della sperimentazione, della creatività, indispensabili per una visione condivisa di un futuro 100% rinnovabile.