Roma – “Se lavoriamo tutti insieme per realizzare quella road map (concordata nel vertice informale di Bratislava, ndr) possiamo riuscire ad attuarla, e questo sarebbe già un successo”. Mostra insieme pragmatismo e una buona dose di fiducia nel futuro Ian Borg, il sottosegretario di Stato maltese responsabile per il programma del prossimo semestre di presidenza dell’Ue. Intervenuto a Roma per presentare alle commissioni Politiche Ue di Camera e Senato le priorità della presidenza che subentrerà a quella slovacca dal primo gennaio 2017, Borg ha riconosciuto che “bisogna essere realisti” nell’ammettere le difficoltà che l’Ue sta attraversando, ma allo stesso tempo “dobbiamo anche credere che l’Unione europea a 27 possa rifiorire e continuare a crescere”.
Da parte sua, assicura l’esponente dell’esecutivo labourista di Joseph Muscat, Malta metterà tutto l’impegno possibile, concentrandosi in particolare su sei aree tematiche: la politica di vicinato, per “garantire legittimità democratica e sicurezza ai nostri confini”; la sicurezza, per aumentare il livello di collaborazione tra gli Stati membri; lo sviluppo marittimo, “chiedendo al Consiglio di dare un indirizzo politico” con un piano strategico in grado di coniugare le opportunità dell’economia blu con la tutela e la sicurezza dei mari; il mercato unico, cercando di “portare avanti tutte le proposte già presentate sul mercato unico digitale, quello dei capitali e sull’unione dell’energia”; l’inclusione sociale, lavorando per la realizzazione del pilastro sociale europeo. Infine, non certo per importanza, il tema delle migrazioni.
Su questo, indica Borg, è necessaria “l’applicazione rapida delle misure già concordate, e in particolare del piano d’azione deciso a Valletta”. La strategia che prevede degli aiuti ai Paesi africani con degli accordi volti a contenere i flussi migratori verso l’Ue. “Nella fase attuativa” delle decisioni prese in materia di migranti “non stiamo ottenendo alcun successo”, sottolinea il politico maltese, “ma dobbiamo essere onesti: non si può imputare tutta la responsabilità a Bruxelles, perché sono i politici degli Stati membri che decidono insieme” in seno al Consiglio europeo.
Il problema è che non sempre si riesce a decidere insieme, vedi il veto posto dal gruppo di Visegrad a ogni ipotesi di redistribuzione di rifugiati. Ma “nella road map di Bratislava”, dichiara con ottimismo Borg, “mi sembra ci sia la volontà politica di oittenere risultati concreti entro il marzo 2017, per dare appunto concretezza alle celebrazioni per il sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma”.
Un obbiettivo per il quale “abbiamo creato un gruppo di lavoro congiunto e lavoreremo in stretto contatto per fare di Roma 2017 non solo una celebrazione ma una vera occasione di rilancio politico dell’Europa, come indicato dal presidente del Consiglio Matteo Renzi”, ha dichiarato il sottosegretario italiano agli Affari europei, Sandro Gozi, che ha avuto un incontro istituzionale con il suo omologo.
Sotto presidenza maltese, inoltre, inizierà ufficialmente il negoziato per attuare l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue, come sancito dai sudditi di Elisabetta II nel refrerendum del 23 giugno scorso sulla Brexit. Sempre ammesso che da Londra arrivi la richiesta di avviare la procedura prevista dall’articolo 50 del Trattato di Lisbona. “Dobbiamo avere pazienza e attendere che il Regno unito attivi formalmente la richiesta”, ricorda il sottosegretario, “ma dall’altro lato il Regno unito non può pretendere di bloccare il percorso dei 27. Noi non possiamo fermarci, dobbiamo andare avanti”, conclude Borg.