Bruxelles – La maggior parte del commercio di beni dell’Unione europea avviene per via marittima: è quanto emerge da una statistica Eurostat pubblicata oggi in vista della giornata mondiale del mare, che si celebra il 29 settembre. Secondo le stime, il commercio di beni via mare è aumentato nel corso degli anni fino a raggiungere, nel 2015, un valore di circa 1.700 miliardi di euro, che rappresentano circa il 51% del commercio totale di beni dell’Unione. Nel dettaglio, il 53% degli scambi marittimi sono costituiti dalle importazioni e il 43% dalle esportazioni.
I Paesi dove il commercio di beni via mare è maggiore sono Portogallo (81% degli scambi di beni totali), Cipro (80%) e Grecia (77%). Seguono Spagna (74%), Malta (67%) e Italia (61%). Al contrario, il commercio marittimo è meno rilevante in Repubblica Ceca (dove rappresenta appena il 12% degli scambi), Lussemburgo (19%), Irlanda e Lettonia (27%), Austria (31%) e Croazia (35%).
Secondo i dati relativi al 2014, inoltre, i porti in cui transitano più merci sono quelli di Rotterdam in Olanda (con 422 milioni di tonnellate lorde di merci, circa l’11% del totale europeo, è il porto cargo più trafficato), Anversa in Belgio (180 milioni di tonnellate pari a circa il 5% del totale europeo), Amburgo in Germania (126 milioni di tonnellate, circa il 3%), Amsterdam in Olanda (97 milioni di tonnellate, circa il 3%), Algeciras in Spagna (76 milioni di tonnellate, circa il 2%) Marsiglia in Francia (74 milioni di tonnellate, circa il 2%).