Bruxelles – Le quote per la redistribuzione di rifugiati tra i Paesi membri dell’Unione europea sono “politicamente finite”. A sostenerlo è Robert Fico, premier slovacco e quindi anche leader del Paese che, fino a gennaio, detiene la presidenza di turno dell’Ue. “Le quote oggi chiaramente dividono l’Ue e quindi credo che siano politicamente finite”, ha dichiarato Fico parlando ai giornalisti a Bratislava.
Da sempre i quattro Paesi del blocco di Visegrad (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia) si sono dichiarati contrari alla ripartizione dei rifugiati tra gli Stati Ue. Budapest ha sfidato apertamente l’idea con un referendum contro le quote che si terrà questo 2 ottobre. Nel corso del summit di Bratislava del 16 settembre, i quattro hanno proposto il concetto di “solidarietà flessibile” per consentire ai Paesi che non vogliano accogliere migranti di contribuire in altro modo all’accoglienza, con uomini o mezzi. Un’idea su cui si è mostrata possibilista la cancelliera tedesca, Angela Merkel definendola una “propoposta positiva” da approfondire.
“Quello che i Paesi di Visegrad dicono da un anno e mezzo ora diventa politica ufficiale dell’Ue”, ha detto Fico, secondo cui continuare ad insistere sulla redistribuzione dei migranti non giova ad un’Ue che cerca di ritrovare la sua unità dopo la Brexit. “Chi vuole dividere l’Europa mette le quote sul tavolo, chi vuole un’Europa unita propone un nuovo concetto per lottare contro l’immigrazione illegale”, ha concluso il premier slovacco.
“La solidarietà funziona solo se tocca il cuore, non si può imporre con a forza ma non c’è niente di opzionale nell’applicazione della legge comunitaria”, ha commentato oggi il portavoce della Commissione Ue, Margaritis Schinas.
Quella di Fico è “irresponsabile propaganda”. Lo ha detto l’europarlamentare Cécile Kyenge (S&D-PD) che è stata co-relatrice del rapporto su immigrazione e asilo approvato dal Parlamento Europeo. “A Fico – ha continuato Kyenge – rispondo che la solidarietà fra gli Stati membri, di cui ha beneficiato e beneficia anche la Slovacchia, è l’unica via per governare il fenomeno migratorio e la crisi dei rifugiati, così come per affrontare tutte le prove che l’Europa ha di fronte”. Kyenge ha poi indicato che “le quote di redistribuzione di 160 mila richiedenti asilo da Grecia ed Italia sono lo strumento individuato come prima misura di concreta solidarietà fra gli Stati membri nell’accoglienza, e questa solidarietà, dopo essere divenuta decisione comunitaria, è vincolante, non può essere applicata a piacimento. Poi si tratterà di uscire finalmente da questa straordinarietà della risposta dell’Unione e farla diventare strutturale”.