Roma – Anche gli italiani vogliono più controlli alle frontiere. Dopo i britannici che ci hanno fatto su una campagna che ha portato alla Brexit, gli Austriaci che hanno quasi eletto un presidente della Repubblica di un partito xenofobo, gli Ungheresi che potrebbero bocciare con un referendum i ricollocamenti di rifugiati tra Paesi Ue, anche gli italiani si mostrano insofferenti verso la questione migratoria, al punto che il 48% reintrodurrebbe controlli permanenti alle frontiere, mettendo la parola fine alla libera circolazione prevista dall’accordo di Schengen.
È questo il risultato emerso da un sondaggio Demos realizzato su un campione rappresentativo della popolazione e pubblicato oggi sul quotidiano Repubblica. A quel 48%, inoltre si aggiunge un ulteriore 35% di nostri connazionali che sono comunque favorevoli alla reintroduzione di controlli, anche se solo in circostanze particolari. Risulta invece che appena il 15% manterrebbe Schengen così com’è.
Il sondaggio non registra le cause di questo orientamento degli italiani. Tuttavia, non è difficile pensare che anche l’isolamento da parte dei partner europei sui temi dell’immigrazione, con i rifiuti del gruppo di Visegrad, le lentezze e i comportamenti altalenanti degli altri, abbia contribuito a questo risultato. È evidente il sentimento di diffidenza, sancito anche dalla presa di posizione del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che all’indomani del fallimentare vertice di Bratislava ha ammonito l’Ue sui migranti: “Se l’Europa non ci aiuta faremo da soli”. Un ‘faremo da soli’ che un buon numero di cittadini vorrebbero si trasformasse in una chiusura delle frontiere.
Anche l’Italia, dopo la Germania di Angela Merkel che deve rispondere all’ascesa dei nazionalisti di Afd, si appresta dunque a rimodulare la propria posizione in materia di immigrazione? Non è realistico ipotizzare che Renzi, secondo il quale Schengen è la principale conquista dell’Ue insieme con la pace tra i popoli europei, possa diventare un fautore della chiusura delle frontiere. Ma il fatto che l’elettorato del Pd è meno sensibile al fascino delle barriere – tra gli elettori dem la percentuale di chi vuole controlli alle frontiere scende al 38% – non deve far pensare che il problema per il premier non esista. Nel resto dell’elettorato, infatti, il tema della chiusura delle frontiere ha una certa presa. La vorrebbero il 53% dei centristi, il 49% dei penta stellati, il 65% dei sostenitori di Forza Italia e il 72% dei leghisti. Ma soprattutto, anche tra gli indecisi la percentuale è alta: il 48%.
Certo, questo non vuol dire che l’inquilino di palazzo Chigi si metterà a inseguire Matteo Salvini sull’immigrazione. Per intercettare quell’insofferenza verso i migranti, Renzi proverà a premere di più sul piano di investimenti in Africa e sugli accordi con i paesi di provenienza per ridurre i flussi all’origine. Su questo, avere un sostegno dall’Ue lo aiuterebbe molto, ma non potrà rimanere fermo ad aspettarlo, i sondaggi parlano chiaro.
“I dati confermano che gli italiani sono favorevoli al ritorno alle frontiere nazionali. Ancora una volta i ‘populisti’ sono i migliori interpreti della volontà dei cittadini. Gli Juncker, le Merkel e i Renzi si tengano la loro Europa e ci lascino i nostri confini”. Lo dice l’europarlamentare e vicesegretario federale della Lega Nord Lorenzo Fontana commentando il sondaggio. “I dati Demos smontano l’arroganza di europeisti e globalisti che hanno imposto questa Ue e questo euro, contro il volere dei cittadini, come dimostrano i sondaggi”, aggiunge Fontana.