Bruxelles – Dopo le critiche che hanno provocato il ritiro del primo testo redatto dai tecnici della Commissione, questa volta gli eurodeputati sembrano soddisfatti della proposta dell’esecutivo comunitario sulla fine del roaming. Nelle scorse settimane la Commissione europea aveva avanzato l’idea di limitare ad “almeno” 90 giorni l’anno la scomparsa delle sovrattasse di roaming “per evitare abusi” da parte dei consumatori. La pioggia di polemiche arrivate da tutta Europa aveva però spinto il presidente Jean-Claude Juncker in persona a ritirare la proposta per avanzarne una “più ambiziosa”, concretizzatasi poi nell’abolizione dei limiti di tempo per la fine del roaming. Una notizia che aveva già provocato un coro di opinioni soddisfatte da parte di consumatori e parlamentari europei, e che oggi ha trovato un nuovo clima favorevole durante il dibattito svoltosi nella commissione Industria del Parlamento europeo.
“La proposta rivista della Commissione europea sulle regole per un ‘giusto uso’ dovrebbe realizzare l’esperienza di ‘roam like at home’ (vagare come a casa, ndr) richiesta dal regolamento sulle telecomunicazioni”, hanno spiegato i deputati. Gli europarlamentari hanno quindi “sottolineato la necessità di chiarire ulteriormente le regole sul ‘giusto uso’, sul rafforzamento della protezione dei dati e sulla privacy dei consumatori”, chiedendo poi all’esecutivo dettagli sulla procedura che dovrebbero seguire gli operatori per evitare che si verifichino abusi e sul ruolo dei regolatori nazionali. La Commissione invierà le risposte scritte ai dubbi dei parlamentari entro la fine del mese, mentre a metà ottobre l’Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche (Berec) presenterà le sue raccomandazioni sulla proposta. La versione finale del regolamento (tecnicamente un “atto esecutivo”) deve essere approvata entro il 15 dicembre.
Secondo l’europarlamentare Patrizia Toia (Pd), responsabile del dossier per i Socialisti & democratici, la proposta “è un buon equilibrio fra il principio ‘roam like at home’ e la protezione contro ogni abuso che possa portare a una gara al ribasso nella qualità dei servizi”. Tuttavia, alcuni dubbi restano in particolare sulla “clausola di sostenibilità: non è chiaro come possa funzionare la soglia del 5% che hanno gli operatori per chiedere alle autorità nazionali di concedere costi roaming aggiuntivi”. “In che modo tale procedura sarà attivata senza ledere i consumatori che si sono impegnati a fare un uso legittimo” della normativa?, si chiede Toia.