Bruxelles – Goldman Sachs, la banca ritenuta una delle maggiori responsabili della crisi finanziaria che ha travolto numerosi Paesi europei, e la Grecia in particolare, aveva accesso diretto nel cuore delle istituzioni europee nel pieno della crisi. E il cuore era l’ufficio del presidente della Commissione europea José Manuel Barroso. Lo rivela il giornale portoghese “Publico”, che è riuscito ad avere alcune mail scambiate tra la banca e l’ufficio di Barroso tra il 2013 e il 2014.
Dai vertici di Goldman Sachs “sono state inviate all’ufficio di Barroso proposte confidenziali su modifiche da fare alle politiche dell’Unione Europea”, riferisce il giornale che ha pubblicato estratti da undici mail, lettere e messaggi, ottenuti dalla Commissione europea dopo una normale richiesta secondo le regole della trasparenza nel luglio scorso. Una lettera dal 30 settembre 2013 a firma del capo di Goldman Sachs, Lloyd Blankfein (l’uomo che paragonava il suo mestiere a quello “di Dio”), rende nota una visita discreta di Barroso alla sede centrale della banca a New York, che non appare né nella sua agenda ufficiale né negli archivi della Commissione. “La ringrazio per aver rubato un po’ di tempo al suo programma per farci visita. Ho apprezzato la nostra discussione produttiva sulle prospettive economiche globali”, scrive Blankfein, che quest’anno ha poi assunto Barroso come presidente non esecutivo di Goldman Sachs International. Barroso in quell’occasione segreta ha incontrato anche i “senior partners” della banca.
Interpellato da “Publico” Barroso ha “categoricamente negato” di aver avuto “un rapporto speciale con un’entità finanziaria” durante i dieci anni dei suoi due mandati a Bruxelles. “Naturalmente, ho mantenuto contatti istituzionali, trasparenti e debitamente registrati negli archivi della Commissione, con molte entità politiche, imprenditoriali, sindacali e finanziarie”, si è difeso il portoghese.
“Publico” cita una mail nella quale un lobbista da Goldman Sachs formula proposte sulla legislazione sui mercati finanziari e la risposta di un membro dell’ufficio di Barroso che prometteva che avrebbe letto la proposta “con grande interesse”.