Bruxelles – “Il Libano sta raggiungendo il punto di saturazione”, sostiene Claude Moraes, presidente della commissione per le libertà civili del Parlamento europeo, in seguito alla visita di questa settimana a Beirut per prendere atto della situazione dei rifugiati. Con circa 1,5 milioni di rifugiati siriani (a cui si aggiungono 300-400 mila rifugiati palestinesi), il Libano è lo stato che registra il numero più alto di rifugiati pro capite (in media di uno ogni quattro abitanti).
L’elevato numero di coloro che fuggono dalle zone di guerra e che va a saturare i campi libanesi ha messo in crisi le strutture dell’intero paese, impreparate a far fronte a un così elevato flusso di persone: nel comunicato stampa rilasciato dal Parlamento europeo si legge che “Le infrastrutture vitali in tutto il paese come istruzione e sanità risentono pesantemente del flusso di rifugiati”.
Moraes definisce la povertà fra i profughi siriani come “allarmante” e sottolinea l’impellente necessità di “politiche educative e sanitarie efficaci”: queste persone vivono in condizioni “terribili”, costrette, per far fronte alle spese d’affitto, a “vivere in appartamenti sovraffollati…o in parcheggi interrati senza acqua, servizi igienici o elettricità”, inoltre, prosegue il presidente, l’impossibilità di pagare i 200$ richiesti per il rilascio di un regolare permesso di soggiorno è una delle ragioni per cui molti “restano all’interno del paese illegalmente, cosa che potrebbe renderli vulnerabili allo sfruttamento nel mercato del lavoro e altrove”. La condizione dei palestinesi non è migliore: “le restrizioni sulle possibilità di ottenere un impiego li rende dipendenti dai servizi dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi”, riporta Moraes.
Il presidente spiega che “la situazione non può essere risolta soltanto con gli aiuti umanitari”, ma è necessario che gli stati esterni esercitino “delle pressioni” sulla Siria affinché il conflitto abbia fine.
In attesa che ciò avvenga, è necessario che i paesi Ue “si assumano urgentemente le proprie responsabilità umanitarie” e si impegnino per assicurare “una migliore e maggiore distribuzione nei paesi Ue” dei rifugiati. Moraes conclude dichiarando che nei mesi seguenti la commissione per le Libertà civili si impegnerà per “assicurare un sistema di reinsediamento migliore e funzionale per coordinare e incrementare gli sforzi Ue in questo campo” e che è una priorità dell’Ue adottare delle soluzioni legislative efficaci, in grado di “alleviare la pressione demografica sui paesi come il Libano e prevenire un’ulteriore destabilizzazione nella regione.”