Bruxelles – La Banca centrale europea continua ad attendersi una crescita economica “a ritmi moderati ma costanti” nell’area euro, assieme ad un graduale aumento dell’inflazione. “Nel complesso – afferma il Bollettino economico – sebbene l’evidenza emersa finora suggerisca la tenuta dell’area alla persistente incertezza economica e politica su scala globale, lo scenario di base resta soggetto a rischi al ribasso”.
La crescita del Pil reale è scesa allo 0,3%, rispetto al trimestre precedente, nel secondo trimestre del 2016, in calo dallo 0,5% del primo trimestre. A livello nazionale, il Pil ha visto la crescita più significativa in Germania, Spagna e Paesi Bassi, “mentre la Francia e l’Italia mostrano una crescita zero”. Nel complesso, l’economia è stata sostenuta da un contributo positivo delle esportazioni nette e da un contributo positivo costante della domanda interna, seppure più contenuto rispetto al trimestre precedente.
Finora la ripresa dell’occupazione nell’area dell’euro è stata guidata principalmente da Germania e Spagna. Questi due paesi insieme, hanno rappresentato circa i due terzi della crescita cumulativa nel mondo del lavoro nell’area dell’euro dal momento più basso, nel 2013. “Francia e Italia – nota la Bce – hanno contribuito molto meno alla crescita dell’occupazione dell’area dell’euro (insieme rappresentano solo il 13% dell’espansione dell’occupazione a partire dal primo trimestre del 2013), anche se negli ultimi quattro trimestri di crescita dell’occupazione va acquistando slancio in Italia.
Tuttavia, nota il Bollettino “è ancora troppo presto per dire se la recente forte crescita dell’occupazione è destinata a rimanere caratteristica a lungo termine dei mercati del lavoro dell’area dell’euro”. La Bce sottolinea però che “i due paesi in cui la crescita dell’occupazione è stata più forte, Germania e Spagna, sono tra quelli che hanno la effettuato le riforme di più ampio respiro dei mercati del lavoro a partire dalla metà degli anni 2000”. Il Bollettino nota anche che “la riforma del mercato del lavoro varata nel 2015 in Italia ha aiutato a il dinamismo registrato negli ultimi trimestri.
Come fa sempre il presidente Mario Draghi anche il bollettino sottolinea che “queste osservazioni possono incoraggiare i paesi dell’area dell’euro a perseguire sulla via di ulteriori riforme”.