Bruxelles – Nessun limite temporale: ogni cittadino europeo potrà usare la propria scheda telefonica in un altro Paese Ue senza pagare tariffe aggiuntive per tutti i giorni che vuole. Saranno poi le stesse compagnie telefoniche a verificare che i propri clienti non abusino di questa libertà. È questa l’idea alla base della nuova proposta della Commissione europea per l’abolizione dei costi di roaming che i cittadini europei sono costretti a pagare quando si spostano da uno Stato membro all’altro. Un nuovo approccio che l’esecutivo comunitario è stato costretto a studiare dopo la rivolta scoppiata per il tetto di 90 giorni all’anno (periodo massimo in cui il cittadino avrebbe potuto beneficiare di roaming senza costi aggiuntivi) che compariva nella prima bozza di testo. Per la Commissione la limitazione non avrebbe dovuto porre problemi visto che un cittadino comunitario viaggia in media 12 giorni all’anno, ma il sistema avrebbe di fatto tagliato fuori expat, studenti erasmus e chi viaggia spesso per lavoro, oltre che tradire la promessa di “abolizione totale” che la Commissione ripeteva da mesi.
NESSUN LIMITE TEMPORALE – Così, su iniziativa dello stesso Jean-Claude Juncker, i commissari si sono rimessi intorno al tavolo e oggi il Collegio ha dato il via libera ad una nuova proposta che stralcia qualsiasi limite temporale. Una decisione non senza controindicazioni viste le enormi differenze nelle tariffe telefoniche tra i diversi Paesi europei. Ad esempio, fa notare il commissario europeo al Mercato digitale, Gunter Oettinger, “in Lettonia le tariffe sono sei volte inferiori a quelle dell’Irlanda e allora ci potrebbero essere abusi, perché si potrebbero acquistare sim lettoni per distribuirle in Irlanda e a quel punto si potrebbe telefonare in Irlanda a prezzi lettoni”. E allora? Come impedire questo tipo di comportamenti?
CONTROLLI DELLE COMPAGNIE CONTRO GLI ABUSI – Secondo la Commissione europea devono essere le stesse compagnie telefoniche a controllare i propri clienti, sulla base della residenza o di “legami permanenti” tra il cittadino e il Paese europeo in questione. Le compagnie potranno quindi agire contro usi insoliti, come un traffico domestico insignificante rispetto al traffico in roaming o il possesso di sim multiple usate prevalentemente, se non esclusivamente, in roaming. In casi come questi la compagnia telefonica dovrà avvertire il cliente chiedendo spiegazioni (ad esempio sulla sua residenza o meno nel Paese della compagnia) e potrà, eventualmente, applicare piccoli sovrapprezzi (la Commissione propone un massimo di 4 centesimi per chiamata, 1 centesimo per sms e 8,5 centesimi a mega di traffico internet). Se dovessero insorgere controversie tra il consumatore e l’azienda, a risolverle dovrà essere l’autorità di regolamentazione nazionale.
ACQUISTO DI SCHEDE IN PAESI CON TARIFFE MENO CARE – Le compagnie possono sanzionare eventuali comportamenti irregolari, ma secondo la direttiva non sono obbligate a farlo. Alcuni Stati membri in Consiglio stanno facendo opposizione a questo punto perché temono che un operatore con prezzi più bassi potrebbe non voler agire contro la vendita di proprie schede in un altro Paese, facendo così concorrenza agli operatori locali immettendo nel loro mercato delle schede che risulteranno essere “low cost”.
EXPAT ED ERASMUS – Il nuovo meccanismo promette di lasciare utilizzare liberamente, senza costi aggiuntivi, la propria scheda telefonica a tutte le persone che pur viaggiando all’estero abbiano un “legame stabile” con il Paese di origine della sim. È questo il caso di lavoratori “pendolari” da uno Stato all’altro, expat che tornano spesso nel proprio Paese di origine o studenti Erasmus che restano in uno Stato Ue diverso dal proprio ben più di 90 giorni l’anno ma senza per questo tagliare i ponti con il proprio Paese di origine.
ROAMING ZERO DAL 15 GIUGNO – Il Collegio dei commissari adotterà la proposta finale entro il 15 dicembre 2016 e il roaming dovrebbe essere definitivamente abolito in tutta l’Ue dal 15 giugno 2017. La Commissione si impegna anche, a sei mesi dall’entrata in vigore del nuovo regime, ad effettuare controlli sulle tariffe imposte dalle compagnie telefoniche per verificare che queste non abbiano compensato la scomparsa degli introiti del roaming con un incremento dei costi dei normali piani tariffari.
MECCANISMO DI EMERGENZA – Una compagnia telefonica che sia in grado di dimostrare di avere subito perdite per almeno il 5% a causa del nuovo regime senza roaming, potrà chiedere di attivare una clausola di emergenza per sospendere temporaneamente il nuovo sistema e ricominciare ad applicare i sovrapprezzi previsti dalla Commissione.