Bruxelles – “La mia vita è stata migliore di quella dei miei genitori”. A dirlo è Martin Schulz, il presidente del Parlamento europeo e non un giovane del 2016. Quest’ultimo deve, invece, constatare ogni giorno che nonostante mediamente abbia viaggiato di più, studiato di più, si sia formato di più dei suoi genitori, la sua vita molto probabilmente non sarà migliore di quella dei suoi genitori. Il presidente del Parlamento europeo l’ha definita “la generazione persa”, lanciando il nuovo progetto pilota europeo Euro App’ (European Apprenticeship Programme), un programma di apprendistato a lungo termine in un paese europeo diverso da quello di origine.
“Simbolo di giustizia sociale”, come l’ha definito Schulz, questa sorta di nuovo Erasmus lavorativo serve a superare il profondo problema della disoccupazione giovanile. Il programma, nato a luglio di quest’anno, coinvolge 12 Paesi europei e opera attraverso 33 centri di apprendistato, 75 dei quali sono francesi. La Francia insieme alla Germania hanno una solida tradizione di apprendistato lavorativo e sono considerati un modello per tanti paesi in cui questo metodo non viene utilizzato. Le differenze tra i vari paesi partners esistono anche a livello legislativo. “Una legislazione uniforme costituisce il primo passo per lavorare insieme a livello europeo”, ha detto Antoine Godbert, presidente dell’Euro App’.
Non è detto che la presenza di regole siano il maggiore ostacolo alla riuscita del progetto. Secondo il presidente dell’azienda L’Oreal e presidente del Medef Europe Commission Loïc Armand: “Non si può armonizzare tutto a livello legislativo, altrimenti avremmo bisogno di 15 anni, ma bisogna lavorare per la convergenza dei valori e degli obiettivi”.
L’apprendistato, che ha già coinvolto nella sua versione sperimentale 145 giovani europei, dura dai 6 ai 12 mesi e ha l’obiettivo di far dialogare il mondo dell’istruzione con quello del lavoro. Molte le realtà economiche, piccole e grandi, presenti alla conferenza di presentazione del nuovo strumento di inserimento lavorativo e unite in un consorzio di imprese. Il progetto al momento verrà finanziato con 1,8 milioni di euro stanziati dalla Commissione europea, ma il direttore della Direzione Generale Lavoro dell’esecutivo comunitario Michel Servoz, ha già detto che “serviranno nuove risorse. Speriamo di riuscire a trovare dal Fondo Sociale europeo”.
Attualmente, solo un giovane disoccupato su quattro usufruisce dell’apprendistato come strumento per inserirsi nel mondo del lavoro. Per facilitare l’uso dell’apprendistato all’estero il presidente della L’Oreal Armand ha proposto di istituire il passaporto europeo per studenti e lavoratori che possa facilitare il movimento dei più giovani sul territorio europeo. Un segnale che potrebbe far vedere l’Europa ai giovani europei in un modo diverso da come la vedono oggi. “I governi chiedono sacrifici e danno meno servizi, ma per cosa? I giovani continuano ad essere disoccupati e capisco che non hanno fiducia nell’Europa”, ha concluso il presidente del Parlamento europeo Schulz.