Bruxelles – Migliaia di persone hanno protestato a Bruxelles per chiedere all’Unione europea di abbandonare il tavolo dei negoziati con gli Stati Uniti per l’accordo sul libero scambio, il Ttip (Transatlantic Trade and Investment Partnership), e di non ratificare il Ceta (Comprehensive Economic and Trade Agreement), il libero scambio con il Canada già negoziato. Domenica scorsa è stata la volta della Germania, ieri del Belgio.
Cittadini, sindacati, organizzazioni e associazioni (dalle 10 alle 15mila persone secondo gli organizzatori, 6mila secondo la polizia), hanno dimostrato nelle strade in cui si prendono le decisioni a Bruxelles, nel cuore del quartiere delle istituzioni europee, per dire no a due accordi che, per i manifestanti, non sono trasparenti e aprirebbero le porte del commercio del continente europeo al potere delle multinazionali, a un cibo non sano, al cambiamento al ribasso delle condizioni dell’ambiente e dei lavoratori europei.
Gli attivisti di Greepeace, vestiti di bianco con tute chimicamente protettive, hanno scritto con gli spray sul manto stradale in vari punti della città “No Ttip” e “No Ceta”. Alcuni trattori, in testa al corteo, hanno guidato i manifestanti fino alla Commissione europea dove è stato allestito un sit in tra due enormi cavalli posti ai lati della piazza con su scritto “Ttip” e “Ceta”, per significare che il Ceta è un cavallo di troia per far si che venga accettato il più insidioso Ttip.
Il Ttip si trova attualmente al suo quindicesimo ciclo di negoziati, mentre il Ceta si trova in uno stato più avanzato e sta per essere ratificato. Dal 22 al 23 ci saranno dimostrazioni a Bratislava dove si terrà il Consiglio informale dei ministri d’Europa sul futuro delle politiche commerciali europee (compresi Ttip e Ceta) e dove molti degli attivisti europei parteciperanno ai dialoghi della Commissione con la società civile con l’obiettivo di far sentire la loro voce anche dentro i palazzi in cui si prendono le decisioni.