Bruxelles – Russia Unita del presidente Vladimir Putin ha ottenuto la maggioranza nelle elezioni parlamentari del paese che si sono svolte ieri, con un forte distacco dagli altri partiti: Russia Giusta ha ottenuto poco più del 6%, il Partito Comunista e il partito nazionalista Ldpr hanno raggiunto poco più del 13%, mentre, con il 93% dei voti contati, il partito di Putin ha già ottenuto il 54,2% dei voti e 343 seggi nel parlamento composto da 450 membri. I partiti di opposizione liberali non sono riusciti ad ottenere abbastanza firme per partecipare alle elezioni.
Il partito guidato dal primo ministro Dmitry Medvedev prenderà dunque più seggi di quanti non ne avesse già ottenuti dalle elezioni della Duma del 2011, dove aveva raggiunto il 49% dei voti.
Putin è soddisfatto del risultato del suo partito nonostante la partecipazione abbia toccato il minimo storico del 47%.
Le denunce di irregolarità durante le votazioni non sono mancate, le segnalazioni sono state numerose e il presidente della commissione elettorale, Ella Pamfilova, sta valutando se far annullare il voto in ben tre seggi elettorali. Pamfilova aveva dichiarato di essere “pienamente fiduciosa del fatto che le elezioni stiano procedendo in modo del tutto legittimo”, avvertendo poco dopo del rischio di annullamento dei risultati in alcuni seggi elettorali a causa di sospette o testimoniate irregolarità.
Il gruppo di monitoraggio Golos ha detto di aver ricevuto a riguardo più di 1.300 denunce provenienti da tutto il paese nel tardo pomeriggio di ieri.
Per la prima volta i cittadini russi hanno votato anche dalla Crimea, annessa alla Russia nel 2014. Anche lì Russia Unita ha vinto in tutti i seggi della regione, cosa che ha spinto molti ucraini a scendere nelle strade della capitale Kiev a protestare.
Il sistema del Cremlino è forte e ha fatto di tutto per non cedere il controllo sul parlamento. Così, i quattro partiti pro-Cremlino che hanno dominato il parlamento in precedenza continueranno a farlo. C’è da chiedersi però in che misura i cittadini continueranno a riconoscere questo parlamento come legittimo.
Le autorità russe hanno fatto del loro meglio per dare alle elezioni una parvenza di pulizia e trasparenza: alcuni candidati dell’opposizione sono stati autorizzati a partecipare; un avvocato dei diritti umani è stato nominato presidente della Commissione elettorale. Eppure durante tutta la giornata ci sono state segnalazioni di frodi di voto. In alcuni casi le webcam installate nei seggi elettorali hanno filmato dei funzionari elettorali riempire di nascosto le urne quando credevano di non essere visti dagli elettori.
Il presidente Putin spera che questa volta la sua popolarità personale, combinata all’ormai diffusa apatia dei cittadini russi, gli assicurerà l’accettazione dei risultati finali da parte di tutti, senza che i brogli suscitino altre proteste di piazza contro il governo come accadde dopo le ultimi elezioni parlamentari del 2011.
Putin ha goduto di 17 anni di potere sia come presidente sia come primo ministro.
Dopo il voto ha visitato la sede di Russia Unita con Medvedev per congratularsi con i suoi attivisti per la loro vittoria. “Sappiamo che la vita non è facile per le persone, ci sono un molti problemi, molti problemi irrisolti”, ha detto Putin. “Ciò nonostante abbiamo ottenuto questo risultato.”
Malgrado il malessere economico della Russia e le sue tensioni con l’Occidente a seguito dei conflitti in Ucraina e in Siria la povera affluenza dei cittadini al voto riflette la diffusa apatia e noncuranza degli elettori.
Non c’è da stupirsi che alcuni osservatori abbaino rinominato questa campagna elettorale la più noiosa che si possa ricordare.