Bruxelles – Sono arrivati tutti e ventisette nel castello di Bratislava con la speranza di uscirne questa sera con una tabella di marcia precisa sui prossimi sei mesi dell’Unione europea. “Alla fine della giornata spero saremo in grado di preparare una road map dei temi più importanti che vogliamo trattare nei prossimi sei mesi”, spiega il padrone di casa, lo slovacco Robert Fico, accogliendo gli altri leader europei. Tutti già lo chiamano il “processo di Bratislava”, e punta a rilanciare quello che Matteo Renzi definisce “il più grande sogno politico mai realizzato”.
“Dopo 70 anni di pace vogliamo che l’Europa ci dia futuro, valori ed identità”, sottolinea il premier arrivando al summit. “Mi sembra paradossalmente che ciò che è avvenuto con il Regno Unito possa permettere all’Europa di fare una riflessione molto seria, prendiamo dalla brutta notizia della Brexit tutto ciò che ci serve per rilanciare sulla linea che noi abbiamo sempre detto”, esorta Renzi, insistendo sulla necessità che l’Europa “si occupi un po’ meno di regole e di burocrazia e un po’ più di questioni fondamentali” visto che “la stabilità più importante è quella dei nostri figli prima ancorra di quella delle varie regole”.
Il presidente francese, François Hollande ha già un’idea precisa di quali siano i punti su cui lavorare: “Con Angela Merkel, Matteo Renzi e molti altri abbiamo questa volontà di avere un’agenda con tre temi semplici perché gli europei riprendano fiducia nel progetto europeo”. I punti chiave, continua Hollande, solo “la sicurezza, la preparazione del futuro cioè l’essere capaci di essere una potenza a livello mondiale e creare lavoro e infine dare una speranza ai giovani”. Per la cancelliera tedesca, Angela Merkel, “non c’è da aspettarsi che si risolvano i problemi dell’Europa con un solo vertice perché ci troviamo in una situazione critica” ma l’intenzione è quella di “dimostrare attraverso fatti concreti che possiamo migliorare per quanto riguarda la sicurezza interna ed esterna, la lotta al terrorismo, lavorando insieme e proteggendoci adeguatamente, che possiamo migliorare anche sul fronte della crescita e dei posti di lavoro”. Oggi “si trata di superare le differenze, abbiamo bisogno di unità perché l’Europa funzioni”, sottolinea il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker.
Si deve puntare alla ricerca di “una base comune, un dibattito positivo” anche secondo il premier greco, Alexis Tsipras, secondo cui “l’Europa ora ha bisogno di una nuova visione e di un’agenda concreta per il cambiamento” e soprattutto di “un’Europa sociale con crescita, lavoro e prosperità per tutti i suoi cittadini e per i giovani”, di un’Europa “che sappia gestire concretamente l’immigrazione in un modo umano”. Insomma “quello che l’Europa non deve fare è continuare ad andare nella direzione sbagliata”.
Per molti leader è fondamentale che dal summit si esca con l’idea comune di rafforzare la difesa europea. “Possiamo coordinarci di più a livello di risorse sia civili che militari, perché abbiamo bisogno di aumentare la nostra sicurezza contro il terrorismo”, chiede il primo ministro svedese, Stefan Lofven. “Abbiamo bisogno di un piano saldo per la cooperazione in materia di sicurezza e ci stiamo intensamente adoperando a migliorare anche questo punto”, conferma il cancelliere austriaco, Christian Kern. Quello a cui si punta dal punto di vista della difesa, tiene però a specificare la presidente lituana, Dalia Grybauskaitė, “non è la preparazione di un esercito europeo”, si parla invece di “una migliore cooperazione, un migliore uso delle risorse militari ma non di un esercito”, ricordando che “non si può duplicare o rimpiazzare la Nato”.