Bruxelles – L’idillio di Ventotene è durato meno di un mese. Con il Consiglio europeo di Bratislava il trio Italia – Francia – Germania, formatosi lo scorso 22 agosto nell’isola dei padri dell’Europa, ha perso un tassello con il premier italiano Matteo Renzi che ha polemizzato con la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande, affermando di non aver voluto partecipare alla conferenza stampa congiunta con loro.
I due leader di Parigi e Berlino si sono mostrati compatti e uniti parlando assieme ai giornalisti. “Abbiamo la responsabilità, come Francia e Germania, di continuare insieme il lavoro iniziato per raggiungere risultati concreti”, ha dichiarato Hollande.
Hanno ribadito più volte una linea politica unica basata su due idee di base: l’inizio di una nuova fase per l’Europa post Brexit e un rafforzamento della difesa dei confini esterni del continente.
“Bratislava è l’inizio di un nuovo percorso segnato da una maggiore cooperazione, non da discorsi altisonanti, né da un cambio dei trattati”, ha affermato la cancelliera secondo cui “è il moneto in cui bisogna far seguire i fatti alle parole e dimostrare di poter accontentare le aspirazioni dei cittadini”. A Bratislava l’Europa dei 27, per la prima volta senza il Regno Unito, riscrive il futuro del progetto europeo attraverso una “road map” che passa per il prossimo Consiglio europeo di ottobre a Bruxelles, poi un incontro informale a Malta e infine a marzo a Roma per il sessantenario dalla firma dei trattati con cui nacque l’Europa. Insomma, precisa Merkel, “è un primo passo di una strada che sarà lunga”.
La strada tracciata oggi dai 27 parte anche dal discorso sullo Stato dell’Unione del presidente della Commissione jean-Claude Juncker. “Giuste le priorità di Juncker”, ha spiegato il presidente francese, ” e sono in linea con quelle che noi abbiamo presentato”, per questo, “lavoreremo insieme e questa conferenza lo dimostra”.
“Prima di tutto sicurezza e rafforzamento del sistema di protezione dei confini esterni”, ha detto Merkel, “stop all’immigrazione illegale di cui bisogna affrontare le cause” e maggiore supporto “ai paesi in prima linea, come Grecia, Bulgaria e Italia, con il rafforzamento della Guardia Costiera e di Frontiera”, ha aggiunto Hollande secondo cui “l’Europa deve assumersi i suoi doveri su diritto di asilo ma anche le sue responsabilità contro l’immigrazione irregolare”.
Sui rifugiati Merkel ha ribadito che “l’accordo con la Turchia andrà avanti”. “Abbiamo sottolineato insieme anche a Renzi che il piano d’azione per l’Africa deciso a Malta deve essere messo in opera più rapidamente e anche rafforzato”, le ha fatto eco Hollande.
Il tema della crescita rimane un evergreen delle speranze di rinascita del continente. “La promessa di benessere”, come l’ha definita Merkel, verso i cittadini europei deve essere rispettata. Per farlo bisogna combattere l’alta disoccupazione giovanile, dando più risorse per tecnologie e digitale e costruendo infrastrutture, ha spiegato.
È necessario, dunque, rafforzare e proteggere quell’insieme di valori di “solidarietà e cooperazione”, e “l’european way of life”, che è “unico”, ha detto la cancelliera tedesca.
Qualcosa, secondo i due leader, l’Europa già la sta facendo attraverso il programma europeo “Garanzia Giovani per inserire i giovani nel mondo del lavoro”, ha spiegato Hollande, e anche con i programmi di volontariato perché “bisogna dare ai giovani mezzi per inserirsi nel mondo del lavoro ma anche per rendersi utili in questioni di interesse generale”
Nonostante le priorità vincolino il discorso politico europeo alle urgenze di sicurezza e crescita, il presidente francese ha parlato anche delle preoccupazioni ambientali, affermando che tutti gli Stati membri “sono pronti a ratificare al più presto il trattato di Parigi sul cambiamento climatico”.