Bruxelles – Non è possibile utilizzare i 54 mila posti inutilizzati e originariamente destinati alla ricollocazione di richiedenti asilo provenienti da Grecia e Italia verso vari Paesi europei per accogliere rifugiati provenienti dalla Turchia. Ne è convinto il Parlamento europeo che ha votato una risoluzione non vincolante con cui ha bocciato la proposta della Commissione europea di utilizzare quei posti per reinsediare i rifugiati siriani, provenienti da Ankara, che necessitano di protezione internazionale.
L’accordo tra l’Unione europea e la Turchia, che tanti imbarazzi sta suscitando in Europa, permetterebbe questo scambio, ma da Strasburgo pensano che non sia giusto lasciare soli i paesi del Sud Europa di fronte al problema degli arrivi e invece alleggerire il peso migratorio in Turchia, un paese non europeo. “Il reinsediamento non deve avvenire a scapito della ricollocazione”, ha ricordato l’eurodeputato Ska Keller dei Verdi.
Inoltre, la proposta di dirottare i posti per il ricollocamento interno all’Unione giunge in un momento in cui dei 160 mila richiedenti asilo che dovevano essere ricollocati entro il 2017 dall’Italia e dalla Grecia verso i paesi dell’Ue, pochissimi sono arrivati a destinazione. Secondo gli ultimi dati, aggiornati al 14 settembre 2016, dei 39.600 richiedenti provenienti dall’Italia solo 1.144, 2,8%, hanno trovato accoglienza presso altri Stati europei, mentre dei 66.400 che si trovavano in Grecia solo 3.734, 5,6%, sono stati ricollocati.
Insomma, percentuali irrisorie che hanno spinto il Parlamento a richiamare i Paesi alle loro responsabilità, chiedendo di mettere a disposizione entro la fine del 2016 almeno un terzo dei posti promessi per il ricollocamento dei richiedenti asilo.
Il Parlamento europeo ribadisce così il proprio disaccordo con la Commissione che aveva aperto alla Turchia, assicurandole di accogliere in Europa un rifugiato siriano proveniente dalla Turchia per ogni cittadino siriano che dalla Grecia venisse trasferito ad Ankara. Una sorta di “scambio di rifugiati” tra Europa e Turchia che però rischia di bloccare l’impegno preso dai paesi europei verso Grecia e Italia ad accogliere una parte dei richiedenti asilo che arrivavano nei paesi in “prima linea”.
La pressione migratoria in Italia e Grecia non è diminuita, anzi negli ultimi anni ad arrivare in Europa sono anche rifugiati afgani, secondi per richieste di asilo nel 2015, e iracheni, che il Parlamento chiede di includere tra coloro che devono essere ricollocati all’interno dell’Unione europea.