Bruxelles – La commissione per gli Affari costituzionali della Camera dei Lords richiama il Primo Ministro inglese Theresa May: è necessaria “l’esplicita approvazione parlamentare” per avviare l’attuazione dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona (attraverso il quale si attiva la procedura di separazione della Gran Bretagna dall’Unione europea, la Brexit).
Secondo l’articolo 50 del trattato di Lisbona, “Ogni stato membro può decidere di recedere dall’Unione conformemente alle proprie norme costituzionali”. La procedura però è del tutto nuova, a Londra come nel resto dell’Unione e in questo caso la decisione nasce dal risultato di un referendum solo consultivo, che ha dunque grande valore politico, ma non istituzionale. Dunque sin dai primi giorni dopo il voto si è aperto un dibattito in Gran Bretagna con rivendicazioni di sovranità da parte del parte del parlamento, mentre l’esecutivo sostiene di avere la piena titolarità ad attivare l’articolo 50. La questione è particolarmente complessa anche perché, stando alle posizioni assunte dai membri della Camera dei Comuni prima del referendum, la maggioranza era contro la Brexit.
Nel rapporto della Camera dei Lords, in riferimento al seguito da dare al risultato del referendum consultivo, si definisce “costituzionalmente inappropriato” il fatto che il Primo Ministro agisca senza coinvolgere esplicitamente il parlamento nell’avvio del processo di separazione: “Nella nostra democrazia rappresentativa, è costituzionalmente appropriato che il parlamento debba prendere la decisione di agire secondo i risultati del referendum. Ciò significa che il parlamento deve giocare un ruolo centrale nella decisione di dare l’avvio al procedimento previsto dall’articolo 50, nel successivo processo di negoziazione e di approvazione o meno dei termini finali secondo cui il Regno Unito dovrà lasciare l’Ue.”
“Sarebbe costituzionalmente inappropriato, se non un allarmante precedente, da parte dell’esecutivo – continua il rapporto -, agire secondo il referendum consultivo senza un’esplicita approvazione parlamentare, soprattutto secondo uno con conseguenze a lungo termine così significative. Il governo non deve mettere in atto l’articolo 50 senza consultare il parlamento”. Il conservatore Ian Lang, presidente della Commisisone della Camera dei Lords, aggiunge: “Il risultato del referendum è chiaro ed è giusto che il governo si stia preparando a portare la Gran Bretagna fuori dall’Ue. Tuttavia la nostra costituzione si fonda sul principio della sovranità parlamentare e la decisione di agire secondo il referendum dev’essere presa dal parlamento.”
Il rapporto del comitato si conclude sostenendo che “Il focus ora deve concentrarsi su come il parlamento e il governo lavoreranno insieme fino alla fine. Che la cooperazione deve iniziare adesso. Il parlamento e il governo devono, in questa prima fase, cogliere l’opportunità di definire i loro rispettivi ruoli e come lavoreranno insieme durante il processo di negoziazione. I ruoli costituzionali di ognuno – l’esecutivo e il legislativo – devono essere rispettati, a partire dal coinvolgimento e dall’assenso parlamentari nell’appellarsi all’articolo 50.”
Un portavoce del Dipartimento per l’uscita dall’Unione europea ha così commentato: “La posizione del governo è molto chiara. Questo è un potere esclusivo e quindi dev’essere esercitato dal governo. Il parlamento ha votato con una maggioranza di sei a uno l’affidare al popolo britannico la decisione sulla nostra appartenenza all’Ue tramite un referendum. Come il segretario di stato per l’uscita dall’Ue [David Davis] ha chiarito al parlamento questa settimana, il dare avvio all’articolo 50 è l’inizio del processo d’uscita, durante il quale ci aspettiamo che il parlamento sia consultato e coinvolto pienamente”.