Bruxelles – La disputa tra il governo polacco e la Commissione europea sul rispetto dello stato di diritto nel Paese resta, ad oggi, “irrisolta”. A chiarirlo è il vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, intervenuto davanti alla plenaria del Parlamento europeo che ha organizzato un dibattito sulla situazione dei diritti fondamentali in Polonia dopo le discusse mosse del nuovo governo conservatore di Beata Szydlo che hanno compromesso, secondo Bruxelles, in particolare il funzionamento del tribunale costituzionale e dunque l’indipendenza del potere giudiziario nel Paese. L’esecutivo comunitario fa pressione su Varsavia ormai dallo scorso gennaio, quando ha deciso di aprire una procedura senza precedenti per il rispetto dello stato di diritto, che potrebbe portare fino a sanzioni nei confronti della Polonia, inclusa la sospensione del diritto di voto del Paese in Consiglio. Sanzioni che oggi sembrano un po’ più vicine: a fine luglio la Commissione europea ha dato un ultimatum a Varsavia, concedendo tre mesi di tempo per trovare rimedio alle questioni aperte e restaurare il funzionamento del tribunale costituzionale, ma oggi, sottolinea Timmermans, i nodi sono ancora tutti irrisolti.
“L’11 agosto il tribunale costituzionale ha emesso un giudizio secondo cui una serie di disposizioni della nuova legge sul tribunale costituzionale sono incostituzionali ma il governo polacco si è rifiutato di riconoscere la validità del giudizio e di pubblicarlo sulla gazzetta ufficiale”, ha informato il Parlamento degli ultimi sviluppi il braccio destro di Jean-Claude Juncker. Non solo: anche se il governo ha pubblicato una serie di giudizi, ha spiegato ancora Timmermans, continua a rifiutare di pubblicare la sentenza dello scorso 9 marzo con la quale il tribunale ha definito incostituzionale la modifica alla legge sul tribunale costituzionale stesso approvata dal governo lo scorso 22 dicembre. A fronte di questo, “devo concludere che la disputa sulla composizione e sul rispetto dei giudizi del tribunale costituzionale rimane irrisolta”, ha chiarito il vicepresidente dell’esecutivo comunitario, assicurando che in ogni caso “la Commissione è pronta a continuare un dialogo costruttivo per trovare soluzioni”.
“Abbiamo imparato dalla storia dolorosa dell’Europa che per avere una democrazia che funziona e perché i diritti di tutti vengano rispettati serve un triangolo virtuoso costituito da democrazia, stato di diritto e pieno rispetto dei diritti umani”, ha insistito Timmermans, secondo cui “non si può cedere alla tentazione di usare l’uno contro gli altri perché tutti e tre sono ugualmente importanti”. Tutto il processo in corso, ha tenuto a sottolineare il commissario, “non ha nulla a che vedere con la politica: i partiti possono fare programmi diversi, che vanno in direzione diverse ma devono comunque muoversi all’interno dello stato di diritto e nel pieno rispetto del potere giudiziario”, ha ricordato. E come si può parlare di indipendenza del sistema giudiziario se “il governo decide su pubblicare una sentenza a seconda se gli piace o meno?”