Bruxelles – Sono quattro gli italiani tra i deputati più influenti del Parlamento europeo, di cui tre membri del Partito Democratico e uno del Nuovo Centro Destra. Secondo la classifica stilata da VoteWatch il più influente è il presidente della Camera comunitaria, il socialista tedesco Martin Schulz, seguito dal capogruppo dei popolari, sempre tedesco, Manfred Weber. Ma al terzo e quarto posto ci sono due italiani: prima il capogruppo S&D Gianni Pittella del Pd e poi il presidente della commissione Ambiente, Giovanni La Via di Ncd. Particolarmente significativo il risultato del politico siciliano che è riuscito ad arrivare tra i primi posti pur essendo l’unico esponente del suo partito ad avere un seggio a Bruxelles.
La classifica di VoteWatch si basa su fattori misurabili e ad ognuno dei 751 eurodeputati è stato attribuito un punteggio in base a fattori come la carica che ricopre, il numero di progetti legislativi che gestisce, il numero degli interventi che ha fatto in Aula o la sua passata carriera istituzionale. Questo calcolo non può prendere in considerazioni fattori come il prestigio personale o il “peso politico”. E così l’ex commissario e primo vicepresidente del Parlamento Antonio Tajani, che pure è tra i nomi dei possibili candidati alla successione di Schulz è soltanto 45esimo, proprio come il potentissimo presidente della commissione Affari esteri Elmar Brok, popolare tedesco considerato l’uomo di Angela Merkel a Strasburgo. Gli atri due italiani tra i primi 70 secondo VoteWatch sono due rappresentanti del Partito democratico, la capo delegazione Patrizia Toia e il presidente della commissione Affari economici Roberto Gualtieri, entrambi 20esimi con 34 punti. A parte Tajani nessun dei 12 esponenti del partito di Silvio Berlusconi compare tra i 70 più influenti.
Quinto in classifica il socialista tedesco Bernd Lange, presidente della commissione del Commercio estero e relatore per il Parlamento del Ttip, il trattato di libero scambio con gli Stati Uniti. Tra i primi 10 anche un britannico, il conservatore Timothy Kirkhope che ha raggiunto il nono posto grazie al grande numero di provvedimenti legislativi che gestisce, alcuni dei quali molto importanti come come ad esempio quello sul Pnr.
Il capogruppo del liberali Alde, Guy Verhofstadt è dodicesimo in classifica ma è oltre a lui nessun altro leader dei gruppi di minoranza compare nella classifica, né i Verdi Rebecca Hams e Philippe Lambert, né il conservatore Syed Kamall né tantomeno la capogruppo della SInistra Unita Gue Gabi Zimmer, o gli euroscettici Nigel Farage e David Borrelli.
Ma lo strapotere è sicuramente tedesco, con la Germania che vede ben 20 deputati tra i 70 più influenti, una percentuale altissima, seguita dall’Italia che però si ferma a cinque seppur con 4 tra i primi 25. Germania e Italia (seppur distaccata) “sembrano esercitare il più grande livello di influenza nel Parlamento europeo, più di altri grandi Paesi come la Francia, il Regno Unito o la Spagna”, e questo secondo VoteWatch, “è spiegato principalmente per il fatto che la Germania ha la più grande delegazione nazionale nel più grande gruppo politico, il Ppe, mentre l’Italia nel S&D, e questo do loro loro un vantaggio competitivo nell’assegnazione di posizioni chiave e in quelle di relatori”. L’influenza della Francia, il Regno Unito e la Spagna, continua la Ong “è stata ridotta (più di quella di Italia e Germania), dopo le elezioni del 2014 a causa della frammentazione sostanziale delle delegazioni dei loro gruppi, vale a dire la perdita di membri delle delegazioni nei grandi gruppi a favore di quelli ai margini”.