Bruxelles – La Commissione europea è “discriminatoria” e “incoerente”. L’ex numero uno dell’esecutivo comunitario, José Manuel Barroso, non ci sta e dopo la pioggia di critiche arrivate da Bruxelles per la suna nomina a presidente non esecutivo della banca d’affari Goldman Sachs passa al contrattacco. Lo fa con una lettera inviata al suo successore Jean-Claude Juncker, che ha fatto sapere di volere di volere chiedere un parere del comitao etico ad hoc della Commissione europea sul nuovo contratto di Barroso e ha chiarito che quest’ultimo verrà trattato come un qualsiasi altro lobbista e non più come un ex presidente della Commissione.
“Qualcuno ha sostenuto che il solo fatto di lavorare da Goldman Sachs sollevi una questione di integrità”, scrive Barroso nella lettera. “Rispetto l’opinione di tutti”, ma “queste dichiarazioni sono infondate e del tutto immeritate. Sono discriminatorie contro di me e contro la Goldman Sachs”. L’ex presidente della Commissione chiarisce di “non avere mai voluto una posizione privilegiata” ma “non mi aspetto – continua – di subire discriminazioni”. Assicurando di non avere nulla contro la decisione di chiedere il parere del comitato etico ad hoc della Commissione, Barroso si dice anche speranzoso che la decisione non sia già stata presa: “Queste azioni non solo sono discriminatorie – lamenta – ma appaiono anche incoerenti con le decisioni prese rispetto agli altri membri della Commissione”.
Barroso tiene a sottolineare di non essere stato ingaggiato dalla compagnia come lobbista per le trattative sull’uscita del Regno Unito dall’Ue e di non avere intenzione di svolgere questo ruolo. L’ex capo della Commissione precisa inoltre che, nonostante la nomina sia stata ufficializzata dopo il referendum sulla Brexit, la decisione era già stata presa in precedenza.