Roma – Dopo i ritocchi fatti dall’Istat e da altre istituzioni internazionali come il Fmi, anche il governo italiano è costretto a registrare il rallentamento dell’espansione del Pil. “L’economia italiana sta crescendo non così velocemente come vorremmo vedere”, ha dichiarato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan intervenendo all’Euromoney Italy conference di Milano. Dunque, ha aggiunto, “le previsioni di crescita saranno riviste al ribasso anche nei dati che il governo sta per rilasciare nell’aggiornamento al Def”, il documento che disegna il quadro all’interno del quale l’esecutivo si muoverà per la prossima manovra di bilancio che poi sarà presentata a Bruxelles.
L’entità della revisione non è stata indicata dal titolare di Via XX Settembre. Tuttavia, il suo vice Enrico Zanetti, intervenendo a Rainews, ha precisato che la previsione di crescita fatta in primavera (+1,2%), sarà aggiornata con un valore incluso tra il +0,8% ipotizzato dall’Istat e un più ottimistico +1%, che però è “meno probabile” si verifichi.
La colpa del rallentamento? Zanetti la attribuisce a “diversi fattori, tra cui le condizioni dell’economia internazionale”: bassa crescita dei paesi asiatici, ma non solo, suggerisce il viceministro confermando che l’esecutivo ce l’ha anche con la Germania, colpevole dell’ennesima violazione consecutiva della regola sul surplus della bilancia commerciale.
“Così come noi facciamo la nostra parte nel rispettare le regole di Maastricht, del debito, occorre che tutti facciano la loro parte nel rispettare le regole europee sul surplus primario”, aveva accusato ieri il presidente del Consiglio Matteo Renzi, in visita allo stabilimento Prysmian di Battipaglia (Sa). La richiesta è che “ci siano più investimenti” da parte di Berlino, perché se i Paesi che hanno margini di manovra li usano per stimolare l’economia, è il ragionamento, tutti i partner ne beneficeranno.