Bruxelles – Per adesso si è ancora fermi alle discussioni sui tempi, con l’Ue che pressa e Londra che prende tempo. Al centro del primo faccia a faccia tra Donald Tusk e Theresa May dopo la decisione britannica di divorziare dall’Ue, a tenere banco è ancora il lancio del fatidico articolo 50 con cui Londra dovrebbe fare partire il meccanismo di uscita dai ventotto. “La palla è nel campo britannico ed è nell’interesse di tutti iniziare il prima possibile”, twitta il presidente del Consiglio europeo dopo il passaggio a Downing Street, nell’ambito di una serie di incontri con i leader europei in vista del vertice di Bratislava della prossima settimana. “Sono convinto che sia nel migliore interesse di tutti che cominciamo i negoziati presto, così da ridurre e poi mettere fine all’incertezza”, ribadisce poi il presidente del Consiglio europeo da Riga, altra tappa del suo tour.
Ma May non sembra per ora intenzionata a cogliere l’invito. “Serve tempo a noi e all’Ue per preparare i negoziati per la Brexit’”, ribatte la premier britannica tramite una sua portavoce dopo i 75 minuti di incontro tra i due. Il suo staff smentisce anche che nel corso dell’incontro May sia stata messa sotto pressione sui tempi, avendo spiegato a Tusk di voler procedere con calma “per avere una separazione dolce”.
Insomma Londra rimane determinata a non iniziare le pratiche per la separazione prima del 2017 e dunque, prima di allora, non ci saranno negoziati di alcun tipo. Su questo la posizione dell’Ue rimane per Tusk “molto chiara” visto che è indispensabile “proteggere gli interessi dei Paesi che restano nell’Ue”. L’obiettivo finale, assicura comunque Tusk, rimane quello di “stabilire le relazioni più strette possibile tra l’Ue e il Regno Unito”. Allo stesso modo anche May è intenzionata a proteggere gli interessi britannici e, ha spiegato ieri la stessa premier, a non svelare le proprie carte fino a negoziati iniziati.
Anche una volta che si entrerà nel merito della discussione, chiarisce Tusk, “è ovvio che proteggere i diritti dei cittadini Ue che vivono nel Regno Unito sarà l’obiettivo chiave per noi”. Per questo “è altrettanto chiaro che le nostre future relazioni con il Regno Unito richiedono un equilibrio tra diritti e obblighi”. In particolare: il Regno Unito non speri di ottenere l’accesso al mercato unico europeo senza garantire ai cittadini europei tutte le libertà fondamentali, inclusa la libertà di circolazione. “Ogni accesso al mercato unico deve essere basato sulle quattro libertà, inclusa la libertà di movimento”, chiarisce da Riga Tusk, anche nel tentativo di rassicurare il primo ministro lettone, Māris Kučinskis, particolarmente interessato al tema visto l’elevato numero di lettoni residenti nel Regno Unito.
Riguardata da vicinissimo dall’uscita del Regno Unito dall’Ue è anche l’Irlanda, altro Paese toccato dal viaggio di Tusk. “So che la Brexit è una prospettiva molto disorientante per l’Irlanda”, ha ammesso ieri Tusk parlando con il capo del governo irlandese, Enda Kenny. Il presidente del Consiglio europeo ha però assicurato che l’Ue lavorerà per fare sì che “il Paese non debba soffrire delle conseguenze di una decisione che non ha preso”.