Bruxelles – Nove milioni di corone danesi (corrispondenti a circa 1 milione e 200 mila euro), secondo le dichiarazioni del Ministro delle finanze danese Karsten Lauritzen, potrebbe essere la cifra investita dalla Danimarca nell’acquisto di informazioni dai Panama Papers al fine di scovare gli evasori fiscali del regno. Tale somma farebbe del Paese il primo acquirente nel mondo dei dati sottratti alla Mossack Fonseca. Il Ministro non ha voluto rendere noto l’ammontare preciso, ancora da saldare, secondo quanto affermato dalle autorità danesi, ma si parla di una cifra a sei zeri.
Il governo, contattato da una fonte anonima, ha provveduto a verificare l’affidabilità delle informazione da un campione preliminare: “Tutto suggerisce che si tratti di informazioni utili” dichiara Lauritzen, “Il materiale contiene rilevanti informazioni riguardo diverse centinaia di contribuenti”.
Il governo danese ha inoltre avviato un’inchiesta nei confronti delle banche, a cui è attribuita la responsabilità di non aver fatto abbastanza per assicurare che conti offshore non venissero utilizzati per riciclaggio di denaro ed evasione fiscale.
Per la Danimarca si tratta di un momento storico. Secondo Jim Sørensen, uno dei responsabili dell’indagine, i dati esaminati riguarderebbero non solo gli evasori (fino ad ora si tratta di circa 320 casi), ma forniscono anche informazioni estremamente interessanti sui metodi usati dai consulenti e dagli intermediari, segnando una svolta per l’investigazione inerente ai paradisi fiscali.