Bruxelles – Dieci milioni e 30mila euro aggiuntivi di penalità per ogni giorno di ritardo a partire dal 7 settembre 2016. È la multa che la Corte di giustizia Ue ha deciso di infliggere alla Grecia per il suo ritardo nel conformarsi alle direttive sui rifiuti.
Il 10 settembre 2009 la Corte di giustizia aveva già dichiarato che la Repubblica ellenica non era stata in grado di garantire una corretta attuazione di varie direttive, in particolare quelle su rifiuti, rifiuti pericolosi e discariche. All’epoca i giudici del Lussemburgo avevano dato tempo fino al 25 marzo 2013 alle autorità greche per adottare le misure necessarie a conformarsi alla sentenza, ma tale scadenza non è stata rispettata. Così nel corso del 2014 la Commissione ha deciso di presentare un secondo ricorso per inadempimento davanti alla Corte Ue, chiedendo che venissero stabilite sanzioni pecuniarie. Risultato ottenuto ieri attraverso la sentenza pronunciata dai giudici comunitari. “La Corte considera che l’inadempimento della Grecia, oltre a perdurare da più di sei anni, è particolarmente grave, in quanto può mettere direttamente in pericolo la salute umana e arrecare danni all’ambiente”, hanno scritto i togati giustificando la decisione di multare la Repubblica ellenica.