Bruxelles – La nomina del leader dei liberali, Guy Verhofstadt, a negoziatore sulla Brexit per il Parlamento europeo non è piaciuta affatto ai conservatori britannici che ne contestano la validità.
“Non è giusto che il Presidente e un gruppetto di persone che siedono in una stanza sul retro decidano ogni cosa e rifilino la loro decisione sui deputati democraticamente eletti”, ha affermato il capogruppo Ecr, il breexiter Syed Kamall, riferendosi al fatto che la decisione sia stata presa dalla conferenza dei presidenti, l’organismo che riunisce il presidente dell’Eurocamera e i leader dei gruppi politici in Aula e nelle commissioni. “Se l’Aula vuole nominare un negoziatore per la Brexit lo deve fare con una decisione a maggioranza di tutti i 751 eurodeputati e la persona o le persone per questo ruolo devono essere votate dalla Plenaria”, ha aggiunto Kamall secondo cui “queste decisioni dietro le quindi sono una mancanza di rispetto verso gli altri deputati e i loro elettori”.
“La decisione è stata presa con il consenso dei grandi gruppi, ma tra i piccoli, anche se c’erano opposizioni, nessuno si è strappato le vesti”, afferma una fonte del Parlamento che afferma anche che “dal punto di vista tecnico la nomina è legittima, in quanto è la conferenza dei presidenti che da sempre sceglie i rappresentanti dell’Aula per i negoziati”.