Bruxelles – Una cinquantina di miliardi di euro per favorire lo sviluppo dei paesi africani e del Medio Oriente. È la cifra totale che potrebbe essere raggiunta grazie al piano che la Commissione europea sta mettendo a punto per eliminare le cause che spingono centinaia di migliaia di persone a mettersi in marcia verso l’Europa in cerca di miglior fortuna. Secondo quanto riporta il quotidiano La Stampa, i punti principali del progetto sono stati affrontati ieri in una riunione del gruppo di commissari europei che si occupa delle Relazioni esterne.
L’investimento dell’Ue sarà di almeno 3,1 miliardi, ma a Bruxelles si lavora ancora sulle cifre per cercare di aumentarne l’entità. La somma, che la Commissione chiederà anche agli Stati membri di incrementare attraverso contributi nazionali, servirà ad attivare un sistema di garanzie per alimentare investimenti privati nei paesi di origine dei flussi migratori. Il funzionamento sarà analogo a quello sperimentato con il Piano Juncker approvato per rilanciare l’economia nell’Ue: risorse pubbliche, comunitarie e nazionali, inneschino l’intervento dei privati creando un effetto moltiplicatore per arrivare appunto ai cinquanta miliardi attesi. Il tutto, ancora una volta, con il contributo della Banca europea per gli investimenti.
I dettagli del progetto non sono ancora trapelati, ma basterà attendere la prossima settimana per conoscerli. Il 13 settembre la proposta dovrebbe ottenere il via libera del collegio dei commissari, e il giorno successivo il presidente dell’esecutivo Jean Claude Juncker lo illustrerà al parlamento europeo nel suo discorso sullo stato dell’Unione. Poi, venerdì 16, il piano sarà sul tavolo del Consiglio dei capi di Stato e di governo che si svolgerà a Bratislava nel formato a 27, senza la partecipazione del Regno unito.
La proposta avrà certamente il supporto del governo italiano che preme molto sul migration compact, e probabilmente incontrerà molte meno resistenze rispetto al piano di ricollocamento dei rifugiati, che sembra destinato al definitivo naufragio. Delle 160 mila relocation previste entro il 2017 per alleggerire il peso dell’accoglienza in Italia e in Grecia, infatti, al 5 settembre ne sono state fatte appena poco più di 4.500 (1026 dal nostro Paese e 3.495 dal territorio ellenico). Come se non bastasse la lentezza fin qui registrata, la nuova situazione politica in Germania – il successo di Afd in Meclemburgo ha dato una sveglia a Merkel e i suoi alleati sul tema migratorio – rischia di modificare la posizione di totale apertura ai profughi siriani adottata dalla Cancelliera.