Bruxelles – Il mondo delle assicurazioni della City si muove in direzione contraria rispetto alla decisione del Regno Unito di uscire dall’Unione europea. Le recenti dichiarazioni del presidente della grande azienda assicurativa Lloyd’s, John Nelson, sulla possibilità di spostare i propri affari in Europa dopo la Brexit, suscitano qualche preoccupazione a Londra.
“Se non avremo accesso al mercato unico europeo, noi ed altri saremo costretti a dover gestire gli affari nel continente europeo – ha detto John Nelson alla BBC Radio 4 -. A perderci non saremo noi o il mondo dell’industria, ma sarà Londra”.
La famosa azienda di assicurazioni inizierà a abbandonare Londra prima della fine dei negoziati se il governo non dirà con “chiarezza” quale sarà il futuro del rapporto del Regno Unito con l’Unione europea.
La Brexit rischia, dunque, di creare un’emorragia economica e finanziaria delle grandi compagnie dalla City. Parlando alla conferenza annuale della Lloyd’s John Nelson ha avvertito che non sarà facile per il mondo della finanza e delle assicurazioni mantenere i “passporting rights”, che permettono alle compagnie britanniche di vendere servizi all’interno del continente europeo e ha definito tali diritti “fondamentali”.
Il rischio di perdere i “passport rights”, i diritti di operare in tutta l’Ue senza altre formalità ai sensi della direttiva Mifid (Markets in financial instruments), preoccupa tutto il mondo della finanza e quello delle assicurazioni, mettendo a rischio gli investimenti stranieri nella City.
Gli investitori stranieri condividono gli interessi di Londra di mantenere i “passport rights” e l’accesso al mercato unico, temendo “una considerevole interruzione” dei loro affari se dovessero essere costretti a cambiare le loro strategie economiche, ha avvertito Nelson.
Proprio oggi il cancelliere dello Scacchiere (ministro delle Finanze) Philip Hammond inizia una serie di incontri con le banche e altre aziende per ascoltarne le preoccupazioni in merito ai negoziati Brexit.
“Il mondo delle assicurazioni è abbastanza mutevole. Se ci sarà incertezza per un periodo di tempo prolungato – ha avvertito Nelson – l’industria mostrerà il proprio dissenso andandosene e anche noi lo faremo”. Se dalla City non arriveranno segni di chiarezza “saremo costretti a invocare i piani di emergenza e lasciare Londra prima della fine dei negoziati”.
Il presidente di Lloyd’s ha precisato la natura assolutamente internazionale e non solo britannica del colosso assicurativo.“Lloyd’s è Lloyd’s e non è la Lloyd’s di Londra, ha detto, Noi lavoriamo in tutto il mondo. Abbiamo la nostra sede più grande fuori da Londra a Singapore e altre importanti sedi in in Beijing and Shanghai, Dubai e anche grandi affari in America latina”.
Il mercato assicurativo londinese, che include anche il colosso della Lloyd’s, dà lavoro a 50 mila persone e rappresenta oltre il 5 per cento del Pil del paese. Nelson ha assicurato che la compagnia continuerà ad avere sede a Londra, ricordando tuttavia che quasi l’11 per cento del mercato assicurativo proviene dall’Unione europea e che non tutti gli affari sono a rischio anche se i “passporting rights” dovessero venir meno.