Bruxelles – In Europa, e soprattutto in Italia, c’è un grosso problema nel riscuotere l’Iva. Secondo gli ultimi dati della Commissione europea ben 159,5 miliardi di euro d’imposta sul valore aggiunto sono stati evasi nel 2014. Dagli studi di Bruxelles risulta che globalmente la differenza tra le entrate Iva previste e quelle effettivamente riscosse, cosiddetto “divario dell’Iva” è ancora una volta a “livelli inaccettabilmente alti”, si legge in una nota.
Questo divario varia da un picco di mancata riscossione del 37,9 % in Romania ad un minimo dell’1,2 % in Svezia. In cifre assolute il divario più alto è stato registrato in Italia dove ammonta a 36,9 miliardi di euro, mentre il più basso è in Lussemburgo: 147 milioni.
“Gli Stati membri perdono decine di miliardi di euro in gettito Iva non riscosso: è inaccettabile”, ha attaccato il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici, secondo cui “il regime attuale è deplorevolmente inerme di fronte ai problemi delle frodi e degli errori di calcolo in ambito Iva, ed è evidente che da sole le cifre non migliorano”. Per questo la Commissione chiede agli Stati membri di arrivare rapidamente ad un accordo sul regime unionale dell’Iva. “Invito pertanto urgentemente tutti i Paesi a un dibattito franco e costruttivo che apporti un contributo alle proposte dell’anno prossimo in modo da risolvere il problema una volta per tutte”, ha chiesto Moscovici.
Secondo palazzo Berlaymont “un progresso sostanziale è possibile soltanto se gli Stati membri decidono di semplificare l’attuale regime, rendendolo più resistente alla frode e più favorevole allo spirito imprenditoriale”.
In termini generali comunque rispetto al 2013, il divario dell’Iva nel 2014 è diminuito di 2,5 miliardi di euro. Circa 18 Stati membri, tra cui l’Italia, hanno registrato un miglioramento delle cifre, mentre otto Stati membri non sono riusciti riscuotere un gettito Iva superiore a quello dell’anno precedente.