Bruxelles – Gli Stati membri dell’Ue “hanno il diritto sovrano di determinare le proprie leggi fiscali” e le regole comunitarie sugli aiuti di Stato “non possono essere usati per riscrivere tali norme”. La decisione di chiedere alla Apple di restituire allo Stato irlandese 13 miliardi di imposte non pagate “sembra fare esattamente questo, suggerendo un approccio radicalmente nuovo alla cosiddetta regola del transfer-pricing che determina dove attribuite profitti”. Questa difesa della compagnia statunitense non arriva da una multinazionale spaventata di rischiare lo stesso trattamento, ma da una ex commissaria europea. Neelie Kroes, ex responsabile Ue per l’Agenda digitale, la donna che ha condotto la battaglia per la fine delle tariffe di roaming e che ora lavora come consigliera per Uber, l’azienda di servizi di trasporti, in un intervento sul Guardian ha affermato che se è valido il principio secondo che le aziende pagano le tasse nel Paese in cui si crea valore “nel mondo moderno, le aziende creano valore attraverso la progettazione, il marketing e la creatività intellettuale”, ed è “dove si svolgono tali attività che provengono realmente i profitti”. E quindi, per Kroes, che sposa in toto la tesi di Apple, “non è una sorpresa che le società statunitensi che negli Usa fanno attività di ricerca e lo sviluppo paghino lì la maggior parte delle loro tasse, e non dove i prodotti sono realizzati o venduti”, ovvero nel caso di Apple in Europa. “Naturalmente – aggiunge però – gli stessi principi si applicano alle imprese europee innovative di design che vendono i loro prodotti all’estero”.
Un intervento quello di Kroes che non è piaciuto affatto a Bruxelles. “Capiamo che potrebbe essere a volte ritenuto una sfida riconciliare il ruolo di ex commissaria con la tentazione di esprimere pubblicamente il punto di vista di quelli che nella Silicon Valley o in altre parti si oppongono alle decisioni della Commissione”, ha risposto piccato il portavoce della Commissione europea Margaritis Schinas. L’articolo di Kroes “sembra criticare il modo in cui la Commissione applica le regole sugli aiuti di Stato, ma queste non sono applicate nel modo da lei scritto”, ha affermato Schinas rispedendo al mittente le critiche. “Abbiamo già pubblicato la versione non confidenziale delle decisioni sugli aiuti di Stati nei confronti di Starbucks e Fiat”, e se quelle sulla Apple non sono ancora pubbliche è solo perché non è ancora permesso pubblicarle ma, ha concluso il portavoce, “se fosse per la commissaria Vestager (responsabile Ue della Concorrenza, ndr) lo sarebbero già”, e per questo “speriamo che Apple e l’Irlanda siano cooperativi in modo che possiamo pubblicare la decisione il più presto possibile così ognuno potrà leggere e giudicare da sé”.