Bruxelles – Dopo mesi di stallo, la Spagna è ancora impantanata in una crisi politica di cui non si intravede la fine. A nulla è valso il tentativo del premier designato, il conservatore Mariano Rajoy, che si è presentato davanti al parlamento per ricevere una fiducia che, come ampiamente previsto, gli è stata negata. L’ex premier si è fermato a 170 sì contro 180 no, potendo contare solo sull’appoggio di Ciudadanos, di cui ha ottenuto il sostegno con una complessa trattativa negli ultimi giorni. Resta invece inamovibile il blocco del Partito socialista, che ha rifiutato compatto l’appoggio a Rajoy, visto dalle opposizioni come l’uomo dell’austerità, dei tagli a sanità e scuola, dell’altissima disoccupazione nonché leader di un partito che ha dato prova di corruzione. “La Spagna ha bisogno di un governo, ma non di un cattivo governo”, ha dichiarato in Aula il leader socialista Pedro Sanchez, confermando il voto contrario dei suoi 85 deputati, come hanno fatto i 71 esponenti di Podemos e i 24 indipendentisti e nazionalisti catalani.
Ora Rajoy ha a disposizione un secondo tentativo, in programma venerdì, quando gli basterebbe ottenere la maggioranza semplice e non più assoluta dell’Aula. Anche questo risultato è però, secondo gli analisti, un miraggio a meno che la posizione dei socialisti non si ammorbidisca o non si verifichino spaccature nelle file del Psoe. Proprio su questo sembra puntare il leader del Partito popolare prospettando, in caso di mancato accordo, una soluzione che avrebbe dell’incredibile. Se entro due mesi dal secondo voto di fiducia non si troverà un nuovo governo, saranno indette nuove elezioni, le terze in un anno dopo quelle di dicembre 2015 e giugno 2016. La data del possibile voto è già nota: il 25 dicembre, il giorno di Natale.
Ma c’è chi ipotizza che l’atteggiamento intransigente del Psoe potrebbe ammorbidirsi dopo che si saranno tenute le elezioni regionali nel Paese Basco e in Galizia. E a quel punto potrebbe non essere escluso un nuovo voto in Aula, prima che il Parlamento venga sciolto, in cui socialisti di Sanchez potrebbero accettare di astenersi per mettere fine all’impasse.