Bruxelles – A Bratislava il prossimo 16 settembre “l’Unione europea deve battere un colpo”. E’ quanto chiede il sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi, pensando al prossimo vertice informale dei capi di Stato e di governo dei Ventisette (i Ventotto meno la Gran Bretagna) che si svolgerà nella capitale slovacca.
“Quel giorno dovranno arrivare risposte concrete ma anche nuove politiche – ammonisce Gozi – e l’Unione deve iniziare facendo quel che ha promesso: nuova polizia di frontiera, rafforzamento del Piano Juncker per gli investimenti con progetti transfrontalieri, politiche pensate per i giovani, e azioni per la sicurezza dei cittadini e la difesa”. Ma il vero salto in avanti, il nuovo passo che l’Unione deve prendere ‘ quello “verso una nuova Europa politica, con un vero governo della zona euro”. Gozi pensa all’anniversario dei Trattati di Roma del prossimo marzo e invita “ad essere nuovamente utopisti e sognatori, e pensare ad esempio a una difesa europea, o a liste elettorali transnazionali, magari assegnando a queste almeno una parte dei 73 seggi che lasceranno liberi gli eurodeputati britannici”. Insomma, se, anche grazie a non desiderato esito del referendum britannico sulla Brexit l’Ue si è risvegliata, dice il sottosegretario, “facciamo che non si riaddormenti”.
In questa nova fase di rilancio che deve partire dopo l’abbandono britannico “è fondamentale che Italia, Francia e Germania si assumano responsabilità speciali”, dice Gozi, sottolineando che da qualche tempo “l’Italia è tornata al centro dei giochi, come ha dimostrato anche il recente vertice di Ventotene, e conferma il buon rapporto del premier Renzi con il presidente Hollande e la cancelliera Merkel”. Ma questi tre grandi Paesi, le prime economie dell’euro hanno la responsabilità “di avviare un processo al quale tutti gli altri Paesi possano partecipare, con un irrinunciabile ruolo attivo delle istituzioni comunitarie”, sostiene il sottosegretario, che, incontrando i giornalisti a Bruxelles a margine di un affollatissimo dibattito a due con l’ex premier belga Guy Verhofstadt, ora presidente dei liberali al Parlamento europeo, si dice oramai stanco “di summit notturni, di metodo intergovernativo e vertici informali”.