Bruxelles – Una “buona notizia” c’è, ed è che “il passo dei ricollocamenti in qualche modo è accelerato”, anche questa estate ma “è chiaro che siamo lontani dai numeri che sarebbero necessari per una giusta implementazione del programma”, che prevede che entro settembre 2017 160mila rifugiati vengano trasferiti da Grecia e Italia verso altri Stati membri. Lo ha spiegato in un’audizione in commissione Libertà civili al Parlamento europeo, Stephen Ryan, vice capo unità per l’Asilo politico dell’esecutivo comunitario, presentando il report pubblicato nel luglio scorso sul programma. Berlaymont punta il dito contro gli Stati membri che, afferma, “devono rispondere in tempi più brevi alle richieste di collocamento che arrivano da Italia e Grecia”, e critica il fatto che “alcuni Paesi usano ragioni per rifiutare” i rifugiati “che non sono consentite dal patto”, e altri addirittura “non danno alcuna spiegazione”.
“Chiaramente la conclusione principale del report (il quinto, ndr ) è che gli Stati membri devono aumentare il numero degli impegni, che ora è molto al di sotto di quello necessario”, e si ferma ad appena 10mila, ha continuato Ryan. E anche i due Paesi che beneficiano del programma devono aumentare i propri sforzi, soprattutto l’Italia. In Grecia, spiega, “è stato sviluppato un flusso di lavoro più efficiente, ma la situazione in Italia è ancora da lavori in corso”, inoltre “si deve migliorare la cooperazione tra le autorità” dei due Paesi. In Italia “in particolare problema il modo in con cui vengono fatti i controlli di sicurezza e ci sono discussioni in atto sul modo in cui possono essere migliorati”.