Bruxelles – Dopo il via libera arrivato dal comitato politico e di sicurezza dell’Ue, l’operazione Sophia nel Mediterraneo, guidata dall’ammiraglio italiano Enrico Credendino, è pronta per dare il via ai nuovi compiti ai quali è stata assegnata: l’addestramento della futura guardia costiera libica e l’implementazione dell’embargo alle armi imposto dall’Onu nel Paese dilaniato dalla guerra civile.
Le attività di addestramento condotte dalla EuNavFor Med (European Union Naval Force Mediterranean) saranno divise in tre fasi, dovrebbero iniziare tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre, e coinvolgerà in tutto circa mille tra marinai e ufficiali, che saranno selezionati dalle autorità libiche. La prima fase consisterà in un training sulle navi delle forze Ue diretto a 80 ufficiali che siano stati in servizio per almeno due anni, i quali poi avranno lo scopo di partecipare agli addestramenti delle nuove reclute. A loro verrà insegnato a pattugliare le acque territoriali con lo scopo di arrestare i trafficanti di esseri umani e salvare i migranti in difficoltà. “La maggior parte delle morti in mare avviene in acque libiche dove le forze dell’operazione Sophia non possono navigare in pattugliamento, ma possono intervenire solo quando viene lanciato un allarme grazie al diritto umanitario, e per questo non sempre si riesce ad evitare delle tragedie”, afferma una fonte Ue secondo cui quando la nuova guardia costiera sarà finalmente operativa “il numero dei morti scenderà considerevolmente”.
Il primo periodo di addestramento dovrebbe durare 14 settimane, ma la fase due comincerà prima della conclusione della fase uno, già a inizio dicembre. Le operazioni di addestramento allora si allargheranno e verranno spostate sul territorio comunitario. “Malta ha già dato la sua disponibilità e presto dovrebbe farlo anche l’Italia”, spiega ancora la fonte. La terza fase è prevista per marzo quando marinai e ufficiali completeranno il loro addestramento sulle imbarcazioni libiche nelle acque del Paese. Le navi a disposizione sono alcune di quelle rimaste agibili in Libia più altre che verranno fornite da alcuni Stati membri.
Le operazioni di contrasto del commercio di armi inizieranno invece fin da subito. La Francia ha messo a disposizione il porto di Marsiglia dove verranno scortate tutte le imbarcazioni che saranno trovate con dei carichi di armi dirette in Libia. “Lo scopo dell’operazione sarà solo quello di identificare le imbarcazioni e portarle in Francia. Alle autorità di Parigi starà poi il compito di arrestare i componenti dell’equipaggio e di giudicarli secondo il diritto del Paese”, afferma la fonte. Questo perché la risoluzione Onu riguarda parla solo di attuare l’embargo delle armi, e a quel compito deve limitarsi la forza navale comunitaria.
Al di là di questi nuovi compiti l’obiettivo della missione “è andare alla sua fase 3, quella in cui potrà andare direttamente nelle acque libiche, dopo un invito del governo Libico e l’autorizzazione dell’Onu”, continua la fonte. Per questo si sta già studiando a quel punto cosa si potrà fare con i trafficanti di esseri umani catturati. Quelli presi in acque internazionali ora vengono portati in Italia, ma quelli che saranno catturati nelle acque del Paese non potranno subire lo stesso trattamento, e dovranno essere portati e giudicati in Libia, se il Paese avrà delle capacità giudiziarie sufficienti e affidabili.