Bruxelles – Il Ttip, il libero scambio tra Usa e Ue, non ha ha più il sostegno politico della Francia che chiederà ufficialmente di porre fine ai negoziati. Ad annunciarlo è il vice-ministro del Commercio estero francese, Matthias Fekl, con una dichiarazione che segue di poche ore quella del vice-cancelliere tedesco, Sigmar Gabriel che già aveva definito “falliti” i negoziati. “Non c’è più il sostegno politico della Francia” al progetto di partnership transatlantica tra Unione europea e Stati Uniti, ha chiarito Fekl nel corso di un’intervista alla radio Rmc, aggiungendo: “Quello che chiede la Francia è la semplice e definitiva conclusione dei negoziati”. Una richiesta, ha anticipato il ministro, che Parigi porterà direttamente sul tavolo dei ministri europei del commercio che si riuniranno il 16 settembre a Bratislava. A indisporre il governo francese, stando alle parole di Fekl, soprattutto l’atteggiamento tenuto dagli Stati Uniti nei negoziati: “Gli americani non concedono niente o soltanto delle briciole, non è così che gli alleati dovrebbero negoziare”, ha lamentato il ministro francese, aggiungendo: “Le relazioni tra l’Europa e gli Usa non sono all’altezza, bisogna riprendere più avanti su buone basi”.
Sul tema si è espresso anche il presidente francese, François Hollande, secondo cui non ha senso “coltivare l’illusione” di un accordo tra Ue e Stati Uniti “prima della fine dell’anno” e della “fine del mandato” del presidente americano, Barack Obama. “Le discussioni sul trattato tra Europa e Stati Uniti in questo momento non potranno arrivare ad un accordo da qui alla fine dell’anno”, ha spiegato l’inquilino dell’Eliseo, sottolineando che “la Francia preferisce non coltivare illusioni”. Intanto Viviane Reding, ex commissaria europea lussemburghese e ora vice presidente del Partito popolare europeo chiede che anche il Lussemburgo sospenda negoziati “inutili” per “difendere i propri interessi commerciali”.
Di parere opposto il ministro per lo Sviluppo economico italiano, Carlo Calenda, che ammette le difficoltà ma chiede di proseguire: “Ormai è difficile chiudere nei prossimi mesi, ma dobbiamo andare avanti”, ha sottolineato il ministro in un’intervista al Corriere della Sera. Per l’Italia, ricorda Calenda, “questo accordo è essenziale” visto che “gli Usa sono il mercato a più alto potenziale di sviluppo per il nostro export”.
La Commissione europea per il momento non commenta su quelle che per ora sono solo dichiarazioni di Parigi visto che ancora a Bruxelles non è giunta nessuna notifica ufficiale di richiesta di sospensione dei negoziati: “La Commissione – ricorda il portavoce dell’esecutivo comunitario, Margaritis Schinas – ha un mandato unanime, approvato dal Consiglio europeo e continua il suo lavoro secondo il mandato che le è stato affidato”.