Bruxelles – Servono norme specifiche per la tutela della privacy nelle comunicazioni online, e tali regole andrebbero espanse anche agli operatori come Skype e Whatsapp, che forniscono servizi simili a quelli offerti dalle compagnie telefoniche tradizionali. A chiederlo è stata la stragrande maggioranza dei cittadini che hanno partecipato alla consultazione pubblica della Commissione europea sulla ePrivacy, cioè la tutela dei dati personali online.
Al sondaggio hanno partecipato molti cittadini comuni (38,5%), oltre rappresentanti di industria, settore pubblico e associazioni. Ne è emerso che l’83% degli individui e delle organizzazioni della società civile è d’accordo con la necessità di avere regole specifiche sulla privacy per assicurare la confidenzialità delle comunicazioni elettroniche, e che il 76% vorrebbe che queste fossero estese anche ai cosiddetti “over-the top service providers” (Ott), cioè gli operatori che forniscono servizi simili a quelli delle compagnie tradizionali. Ad esempio Skype, Whatsapp, FaceTime e Messanger. A tale proposito si sono ovviamente opposte le industrie, che per il 42% sono contrarie all’allargamento delle regole sulla privacy anche agli Ott.
I risultati finali della consultazione e le conclusioni che ne sono state tratte saranno pubblicate in autunno dalla Commissione, in vista della presentazione della proposta di revisione della direttiva sulla ePrivacy. L’impressione, però, è che l’esecutivo sia intenzionato a uniformare le regole per chi fornisce servizi simili, visto che a Bruxelles si dà ormai per certo che nuovo sulle regole delle telecomunicazioni, in arrivo per metà settembre, riguarderà anche i fornitori di servizi VoIp e di messaggistica istantanea.