Bruxelles – Altro che innocuo passatempo: PokemonGo, il gioco che sta facendo impazzire mezzo mondo, è in realtà una macchina per violare la privacy dei cittadini e occorre aprire subito un’inchiesta europea sul tema. La denuncia arriva dall’eurodeputato belga, Marc Tarabella, membro della commissione del Parlamento europeo per la protezione dei consumatori. “Dietro quello che non dovrebbe essere che un gioco per divertirci si trova una vera macchina per raccogliere dati e violare l’intimità o la vita privata dei suoi utilizzatori”, accusa l’eurodeputato.
“Attraverso PokemonGo, la società Niantic Labs viola il diritto europeo sulla protezione dei dati a carattere personale”, è convinto Tarabella, secondo cui “le condizioni di utilizzo sono piene di clausole che appaiono abusive che creano un significativo squilibrio tra i diritti e gli obblighi dei giocatori”. Per questo, insiste l’eurodeputato, “chiediamo un’inchiesta europea” e anzi, visto “il numero di applicazioni per cellulari ma anche di siti internet che violano la vita privata dei consumatori e infrangono la legge europea, sarebbe utile munirsi di un sistema di allerta europea”, propone Tarabella, che si ripropone di depositare una richiesta in questo senso alla Commissione già entro la fine della settimana.
Ma come si configura la violazione dei diritti dei consumatori da parte di PokemonGo? Secondo Tarabella il meccanismo è chiaro: per installare l’applicazione occorre accettare le regole di utilizzo, più di 10mila parole sullo schermo di un telefonino, che difficilmente sono davvero state lette anche da un solo giocatore. Proprio nelle pieghe di questo documento si nasconderebbero, secondo l’eurodeputato, diverse clausole che comportano un accesso ai dati personali del giocatore molto più ampio del necessario. Ad esempio: Niantic raccoglie l’indirizzo email Google, quello dell’account Facebook e/o quello inserito nel Club allenatori Pokemon e i parametri di privacy scelti per questi siti. Ancora, sul telefonino del giocatore sono piazzati dei cookies per tracciare la sua navigazione e non si fa menzione della loro durata e tentare di disinstallarli impedisce di continuare a giocare. Non solo: Niantic, denuncia Tarabella, può anche, attraverso dei ‘web beacons’ tracciare quali pagine web vengono visitate dal giocatore e si riserva il diritto di recuperare la posizione dell’utilizzatore, il suo indirizzo IP, ma anche l’ultima pagina web aperta. Tutto questo senza un reale consenso dell’interessato.
“In Europa la protezione della vita privata resta un diritto fondamentale”, protesta Tarabella secondo cui “bisogna reagire, denunciare e condannare severamente queste frodi di massa”. Secondo l’eurodeputato “l’Europa da un lato deve condurre un’inchiesta o coordinare le inchieste degli Stati membri e dall’altro creare una piattaforma di allerta su cui il cittadino possa conoscere facilmente a quali diritti rinuncia installando questa o quella applicazione”. Proposta che Tarabella girerà direttamente all’esecutivo comunitario.