Bruxelles – Non accenna a placarsi la disputa commerciale a colpi di embarghi fra Russia e Unione europea. Un gruppo di alto livello dell’Organizzazione mondiale del commercio (Omc) ha dichiarato illegale, in base alle norme del commercio internazionale, il bando imposto da Mosca sulle importazioni di suini vivi, carne suina fresca e altri prodotti derivati provenienti dall’Ue. Di fatto, l’Omc ha riconosciuto che la decisione russa è frutto di una strategia politica e non di un piano per salvaguardare la salute dei cittadini. Ufficialmente, infatti, il divieto imposto all’inizio del 2014 è stato causato dal riscontro di alcuni casi di peste suina africana in zone Ue vicine al confine con la Bielorussia. Il gruppo di alto livello ha ugualmente condannato singoli divieti imposti dalla Russia sulle importazioni da Polonia, Lituania ed Estonia.
“La decisione trasmette un segnale forte alla Russia e a tutti i membri dell’Omc per quanto riguarda l’obbligo di rispettare le norme internazionali, in particolare, in questo caso, il principio della regionalizzazione (che consente il commercio con singole zone di un paese che siano riconosciute indenni da organismi nocivi o indenni da malattie, anche quando la situazione sanitaria nel resto del paese non è favorevole) e l’obbligo di effettuare una valutazione dei rischi fondata su dati scientifici” ha scritto la Commissione Ue in una nota. “L’Ue dispone di uno dei più efficaci sistemi di sicurezza alimentare e di salute degli animali del mondo, un sistema che prevede, tra l’altro, livelli di rilevamento elevati e rigorose norme in materia di gestione del rischio” ha aggiunto l’esecutivo comunitario, dichiarando che la decisione dell’Omc “conferma che le misure adottate dalla Russia nei confronti dell’Ue hanno poco a che vedere con effettivi rischi sanitari”.
La relazione del gruppo di esperti può essere impugnata entro 60 giorni, altrimenti la Russia sarà tenuta a rispettarla. Il Wto ha già dato ragione all’Ue una prima volta sempre questo mese sul caso dei dazi imposti alle importazioni di carta, frigoriferi e olio di palma. Ancora pendenti sono invece i casi aperti contro la Russia sulle imposte per la rottamazione degli autoveicoli e sui dazi antidumping sui veicoli commerciali leggeri.