Bruxelles – Il messaggio è chiaro, e lo hanno espresso gli elettori britannici con il voto del 23 giugno: “Non vogliono che il sistema di libertà di movimento continui come nel passato, vogliono un certo livello di controllo”. A ricordarlo è stata Theresa May, da Varsavia, ultima tappa del suo viaggio europeo per discutere di Brexit con alcuni dei leader dei Ventisette.
L’obiettivo di May, l’aveva ribadito anche qualche ora prima mentre si trovava a Bratislava, è quello di trovare “il miglior accordo possibile”, soprattutto sulle tematiche di immigrazione e libera circolazione. E proprio la libertà di movimento “sarà la parte più importante dei negoziati tra gli attori”, ha ribadito il primo ministro polacco Beata Szydlo. La Polonia ha un interesse particolare nella questione dato che, da quando il mercato del lavoro britannico ha aperto le sue porte nel 2004, 800mila polacchi si sono trasferiti nel Regno Unito. E 90mila slovacchi hanno fatto la stessa cosa. Ma May ha garantito, sia a Bratislava che a Varsavia, che i diritti dei cittadini europei in Gran Bretagna non risentiranno di Brexit, almeno finché il Paese non lascerà formalmente l’Unione. Ma anche da quel momento in poi, i cittadini dell’Ue saranno i benvenuti, a patto che avvenga lo stesso per i britannici che decideranno di vivere in uno Stato dei Ventisette. May ha rinnovato anche un’altra promessa, quella sulla partecipazione della Gran Bretagna alla Nato con un ruolo attivo nella difesa degli alleati nell’area orientale. Tra i piani c’è anche quello di inviare centinaia di soldati britannici in Estonia per scoraggiare l’aggressione russa.
Il clima è di collaborazione, anche se Brexit ha lasciato molti punti interrogativi, soprattutto in un Paese come la Polonia, in lotta aperta con Bruxelles sullo stato di diritto. Per questo Szydlo ha ricordato che ora più che mai, l’Europa deve “ascoltare i suoi cittadini” e “aggiustarsi”, questo è il momento per procedere con le riforme.