Bruxelles – Mentre la Commissione europea richiama nuovamente al rispetto dello stato di diritto la Polonia, nel Paese c’è chi si fa una risata. L’esecutivo comunitario ha lanciato un ultimatum minacciando la sospensione dei diritti della Nazione nel Consiglio dell’Unione europea se entro 3 mesi non sarà risolta la controversia relativa alla riforma della Corte costituzionale. E l’ex primo ministro Jaroslaw Kaczynski, presidente del partito di governo Diritto e Giustizia (Pis) della premier Beata Szydlo ha commentato: questi avvertimenti “mi divertono”, dato che “questa critica non ha niente a che fare con l’attuale stato del nostro Paese”. Secondo Kaczynski “non è altro che un tentativo per il divertimento della Commissione europea e dei suoi burocrati”.
Secondo l’Ue Varsavia sta procedendo verso un’erosione dell’indipendenza del suo potere giudiziario, ma il leader del partito Diritto e Giustizia (PiS) ha respinto le accuse dichiarando inoltre al giornale tedesco Bild che i provvedimenti evocati sono “completamente fuori dalla giurisdizione dei trattati dell’Ue”, a maggior ragione in quanto “anche i consulenti legali del Consiglio europeo pensano che questo procedimento vada oltre i trattati”. Kaczynsky ha ribadito: “la Polonia è uno Stato sovrano. Vogliamo gli stessi diritti di tutti gli altri Paesi dell’Unione europea. Non più, ma neanche meno”.
La questione è cominciata lo scorso anno, quando il neo-eletto governo polacco ha rifiutato di accettare i 5 giudici, su 15, della Corte Costituzionale scelti dal precedente Parlamento. Poco dopo una proposta di riforma del tribunale stesso, vista come un modo per ampliare il controllo dell’esecutivo sull’organo, ha fatto scattare la risposta dell’Unione. E nonostante i passi avanti compiuti finora, secondo la Commissione ancora c’è molta strada da fare per ristabilire lo stato di diritto nel Paese. L’ex premier ha comunque ribadito la continuazione del dialogo con la Commissione, anche se, ha commentato con puntigliosità, “il nostro partner nella discussione è il commissario Timmermans dei Paesi Bassi, un Paese che non ha neanche una Corte Costituzionale. Questo è assurdo”.
Nel frattempo il ministero degli esteri polacco, in una nota ha descritto l’azione dell’Ue come “prematura”: “Per quanto riguarda la decisione di oggi della Commissione europea, con la presente noi affermiamo che le azioni della Commissione prima che la proposta di legge sulla Corte costituzionale diventi legge sono decisamente premature”.